Secondo i dati pubblicati dall'Arpae dell'Emilia-Romagna, negli ultimi due giorni sono cresciuti i livelli di polveri sottili in diverse aree della Regione. Nella stazione di via Flaminia a Rimini, mercoledì 18 e giovedì 19 marzo, è stato infatti sforato il limite giornaliero dei 50 microgrammi per metro cubo, con valori rispettivamente di 70 e 53.
In un momento di forte diminuzione del traffico veicolare, dovuta alle limitazioni per la propagazione del Covid-19, è un dato che potrebbe sorprendere. “Il motivo principale – spiega Luca Marchesi, direttore generale dell’ARPA veneta ad Automoto.it – è la stretta correlazione fra polveri e meteo. Quest'ultimo è comunque e sempre nel breve termine il fattore determinante e prevale rispetto agli altri fattori emissivi. Inoltre più persone a casa significa più riscaldamento acceso”.
Una percentuale significativa del PM10, spiega ARPAV, viene emessa principalmente dal settore del riscaldamento civile, soprattutto se prodotto da biomasse e gasolio. Ad essa si aggiunge una parte di particolato di origine secondaria, legato alla formazione di polveri sottili in atmosfera da inquinanti primari, come gli ossidi di azoto e l’ammoniaca, più legata alla dimensione del traffico.