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Rimini, Prefettura chiude due hotel per sospetti legami con la mafia

In una struttura erano ospitati turisti che son stati dirottati in altri hotel

26 apr 2023
Prefettura di Rimini. Immagine di repertorio
Prefettura di Rimini. Immagine di repertorio

Due hotel tre stelle di Rimini sono stati chiusi per il sospetto di infiltrazioni mafiose. Il provvedimento nei confronti della società che gestisce le due strutture a Viserba è stato notificato dal Comune su richiesta della prefettura. Il sospetto è che i gestori fossero il volto 'pulito' dietro il quale si muovevano nomi finiti nella black-list degli uffici governativi.

I titolari avrebbero legami, anche di parentela, con altri soggetti coinvolti a vario titolo in vicende connesse a clan mafiosi, e sarebbero finiti in un'indagine penale tutt'ora in corso. Al provvedimento si è arrivati dopo i controlli legati alla Scia presentata dalla società. Durante la notifica, una delle due strutture era in funzione ed ospitava turisti che sono stati costretti ad abbandonare le proprie camere prima di essere dirottati in altri hotel.

Da anni sono note le ramificazioni della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio provinciale, in particolare nel settore turistico, con frequenti cambi di gestione di alberghi che preoccupano le autorità. Non si tratta della prima interdittiva antimafia a Rimini.

"La bontà dei nostri atti - sottolinea l'assessore comunale alle Attività economiche Juri Magrini - è testimoniata anche da una recente sentenza del tar di Bologna che ha rigettato la richiesta di sospendere la chiusura di altre ditte a cui è stato interdetto di continuare a lavorare proprio perché fortemente sospettate di essere legate alla criminalità organizzata".

La società di gestione dei due hotel ha già impugnato il provvedimento di fronte al tar e l'udienza si terrà il prossimo 10 maggio. "Né dai documenti, né dalle intercettazioni emergono elementi di presunti rapporti con organizzazioni mafiose", replica l'avvocato Giancarlo Migani, uno dei legali della società". E aggiunge: "Se la giustizia amministrativa ci darà ragione, chiederemo sicuramente il risarcimento dei danni".





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