Una riapertura in presenza – dopo la pausa natalizia – accompagnata da forti timori; e da polemiche aspre fra Regioni e Governo centrale. Grosse perplessità anche da parte dell'Associazione nazionale presidi, che parla di un numero di studenti positivi, già in queste ore - in alcune scuole -, nell'ordine delle decine e addirittura centinaia; e stima un'assenza del 10% dei dipendenti degli istituti, lunedì. Falcidia dovuta a positività, quarantene e così via. Il Ministro dell'Istruzione ribadisce tuttavia la necessità di tutelare il più possibile la scuola in presenza, dopo i “due anni difficili” vissuti da bambini e ragazzi, che – ha sottolineato - “hanno segnato il loro apprendimento”. Nessun rinvio, dunque; si procede con i calendari già definiti. “Il ricorso massiccio alla DAD, oggi, come se i vaccini non ci fossero, sarebbe un errore”, ha aggiunto Bianchi, che invita perciò ad accelerare sulla profilassi.
E sulla chiusura delle scuole in Campania – annunciata da De Luca - ritiene vi siano gli estremi per impugnare l'atto. Sul piede di guerra – però – anche il Governatore del Veneto, che invoca “l'espressione scientifica del Cts” sulla questione; “abbiamo davanti – ha tuonato Zaia - uno scenario che sarà un “calvario”. Riapertura rinviata di tre giorni in Sicilia, a causa dell'aumento dei contagi. Il Presidente della Regione Musumeci ha chiesto inoltre al Governo di rivedere l'attuale posizione sulla didattica a distanza. Ma gli studenti - rimarca il Presidente del Consiglio Nazionale dell'ordine degli Psicologi - “hanno necessità di vivere la scuola in presenza, a contatto con docenti e compagni”. “Lo stravolgimento della quotidianità e la mancata frequentazione dell'ambiente scolastico – osserva David Lazzari – creano un disagio sempre più diffuso”.