Sono saliti a tre i casi di coronavirus a Rimini. In Emilia Romagna c'è stato anche il primo decesso. 47 in Regione i contagi, tutti riconducibili – o quasi – al focolaio del basso lodigiano.
Oltre al cattolichino di 71 anni, ufficializzato ieri, oggi sono emersi altri due casi positivi al coronavirus a Rimini: un dipendente e un avventore del ristorante di San Clemente. Le condizioni del ristoratore, ricoverato nel reparto infettivi dell'Ospedale di Rimini, sono stazionarie e tre medici dell'Ospedale di Cattolica e il medico di base dell'uomo – ovvero i sanitari che hanno avuto un contatto col contagiato - sono stati precauzionalmente messi in quarantena. In quarantena volontaria anche due cardiologi e due anestesisti dell'Ospedale Infermi per possibili contatti, avvenuti a Monza, con un paziente di Codogno. I sindaci di Cattolica, Morciano e San Clemente hanno intanto firmato questa mattina un'ordinanza che prevede la sospensione, fino al 1° marzo, di manifestazioni, iniziative ed eventi in luogo pubblico o privato, anche all'aperto. Sospeso anche l'accesso a musei e altri luoghi di cultura, ad eccezione delle biblioteche. Al momento la popolazione sta responsabilmente rispondendo alle indicazioni delle autorità: siamo stati in tutte e tre le località e non abbiamo visto neppure una persona indossare la mascherina protettiva.
Dal comunicato della prefettura di Rimini è emerso intanto che un compagno di viaggio del ristoratore di San Clemente, rientrato insieme a lui dalla Romania, è risultato positivo al tampone. Si tratterebbe di un uomo residente nell'entroterra pesarese. Ma non a Vallefoglia ovvero il comune di residenza del primo contagiato nelle Marche, in provincia di Pesaro. E' un ragazzo di 30 anni, che lavorava a Codogno – principale focolaio in Italia – e al rientro a casa, non si sa esattamente quando, ha accusato sintomi. Il sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli ci ha riferito che avrebbe avuto contatti solo con la mamma e la fidanzata ed entrambe sono risultate negative ai test. Ora il ragazzo – ha aggiunto il sindaco - si trova nel reparto infettivi di un ospedale della regione e non ha più la febbre.
(Ansa): I tre contagiati a Rimini sono il proprietario del ristorante, un suo dipendente e un avventore. E, ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità dell'Emilia-Romagna, Sergio Venturi, "c'è una pista molto consistente che lega questi casi al focolaio del basso lodigiano". Un aspetto ancora da verificare e in attesa di conferma ma, ha spiegato Venturi, "ci sono persone che hanno una frequentazione da quella zona e dalla provincia di Padova e che sono state nell'esercizio commerciale". Anche per questo, verranno controllati tutti i famigliari, i dipendenti e chi ha avuto a che fare con il locale negli ultimi dieci giorni. Al momento, Venturi ha escluso l'istituzione di qualsiasi restrizione a Rimini.
In serata, nuova nota della Prefettura di Rimini che dettaglia, sulla base delle comunicazioni giunte dall'ASL Rimini. In merito ai due nuovi casi di positività: si tratta di pazienti, entrambi di sesso maschile, di 48 e 56 anni, rispettivamente collaboratore sporadico dell'attività di proprietà del paziente, e di un suo amico ed avventore che nei giorni scorsi ha avuto contatti diretti con lui. Uno dei due è sintomatico e ricoverato agli Infettivi, l'altro al momento non ha sintomi ed è in isolamento al proprio domicilio. Si resta al momento in attesa degli altri tamponi che al momento sono complessivamente 13. Sono al momento oltre 40 le persone in isolamento volontario perché collegate al caso iniziale. Prosegue naturalmente senza sosta, anche con l’ausilio delle Forze dell’Ordine, l’indagine epidemiologica nei confronti dei contatti anche indiretti del paziente, e degli avventori del suo locale.
Si invitano coloro che si sono recati nel locale nelle ultime settimane, a contattare l’Ufficio di Igiene Pubblica di Rimini al numero dedicato dell'Igiene Pubblica 3397720079 in orario diurno (ore 8:30 - 18).