Il mondo con il fiato sospeso: tra poche ore gli Usa avranno un nuovo presidente. Quasi 80 milioni di elettori, la metà del 2020, hanno già votato in anticipo via posta o in presenza. Ma la sfida tra Kamala Harris e Donald Trump rimane un testa a testa nei 7 Stati in bilico. Ieri nel giorno di chiusura dei comizi il Tycoon repubblicano ha infatti toccato North Carolina, Michigan e Pennsylvania, mentre la democratica vicepresidente uscente ha puntato tutto su quest'ultimo. La vittoria andrà a chi otterrà almeno 270 grandi elettori e poche migliaia di voti potrebbero essere determinanti.
Gli occhi sono puntati sugli swing states, dove l'intelligence americana mette in guardia sulle interferenze straniere nelle elezioni e denuncia la diffusione di disinformazione da parte di attori russi sotto copertura. Fbi e agenzia per la cybersicurezza puntano il dito dunque contro Mosca, definendola la “minaccia maggiore” e sottolineando il rischio che ciò possa “incitare alla violenza, anche contro i funzionari elettorali”. Anche i veleni della campagna elettorale fanno temere tensioni e colpi di scena: Casa Bianca e Congresso blindati e Guardia Nazionale pronta a intervenire. A Washington la paura è che si ripetano scene simili agli scontri a Capitol Hill nel 2021.
Ed è proprio Trump a invitare alla calma i suoi sostenitori: “Non voglio alcun tipo di violenza – dice -. Avremo una grande vittoria”. Ma non si vota solo per il presidente: c'è anche il rinnovo della Camera dei rappresentanti e di un terzo dei seggi del Senato: dal controllo del Congresso dipenderà il margine di azione politica del futuro presidente.