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Gaza: giovedì e venerdì nuovo round di trattative al Cairo per una tregua

Le posizioni negoziali dei belligeranti paiono comunque distanti, in questa fase. In Ucraina intanto il Parlamento mette al bando la Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca

20 ago 2024

Occorre una robusta dose di ottimismo per vedere in ciò che sta accadendo a Gaza i prodromi di una tregua. Quanto riportano i bollettini pare piuttosto indicare una radicalizzazione del conflitto. Nuove operazioni di Tsahal lungo la Striscia; con vittime che si sommano alle oltre 40.000 già registrate dalle autorità dell'exclave. A completare il quadro il recupero – da parte delle forze israeliane – dei corpi di 6 ostaggi nel dedalo di tunnel sotto Khan Younis. “Ho informato Blinken che continueremo fino alla distruzione di Hamas”, avrebbe detto Netanyauh, in un incontro con le famiglie dei rapiti. Non un buon viatico per gli sforzi diplomatici del Segretario di Stato americano; oggi in Egitto per colloqui con al-Sisi ed il suo omologo Badr Abdelatty. Quest'ultimo ha annunciato nuovi colloqui da giovedì al Cairo. Con una postilla non banale: l'auspicio di una “sincera volontà politica” da parte israeliana di porre fine alla guerra. Dichiarazioni che cozzano con le ultime prese di posizione della Casa Bianca; che aveva piuttosto attribuito ad Hamas la responsabilità dello stallo.

Dossier – quello mediorientale - che agita la base Dem statunitense. Cortei pro-Gaza, a margine della Convention di Chicago; non sono mancati arresti. Un'ombra sulla kermesse che ha segnato il passaggio di consegne fra Joe Biden – politicamente a fine corsa – e la novella front-runner Kamala Harris. Nel “discorso d'addio” del Presidente la sua idea di politica estera. Tratti vagamente messianici, quando ha dichiarato come non vi sia “Paese al Mondo” che non pensi che l'America debba “guidarlo”. Ha poi aggiunto come invece Trump si inchini a Putin. Al netto della retorica è un fatto come la tornata di novembre sia seguita con estrema attenzione da entrambi i belligeranti del conflitto russo-ucraino. Un abisso, ormai, a separarli.

Il Parlamento di Kiev ha approvato oggi un disegno di legge per la messa al bando della locale Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca. “Indipendenza spirituale”, la sintesi di Zelensky. “Atto distruttivo”, ha replicato il Ministero degli Esteri russo; che ha anche denunciato la presenza di corpi militari privati statunitensi nell'offensiva nel Kursk. Putin dal canto suo si è detto certo della vittoria in questo settore; facendo riferimento ai risultati raggiunti nella lotta al terrorismo. E ciò nel corso di una visita a Beslan, dove ha incontrato le madri dei bambini uccisi nella strage del 2004. Quanto alle operazioni sul campo, il Cremlino pare deciso ad arginare l'incursione transfrontaliera ucraina senza dirottare risorse dal Donbass. Dove invece è Kiev a subire l'iniziativa russa. Lo stesso Zelensky ha parlato di “situazione difficile”.





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