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Giallo sulla morte del Ministro degli Esteri bielorusso: Kiev ipotizza avvelenamento

Sul fronte della guerra, scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev

26 nov 2022
Vladimir Makei
Vladimir Makei

È giallo sulla morte del ministro degli Esteri bielorusso, Vladimir Makei, deceduto oggi all'improvviso. Aveva 64 anni. Una notizia che ha sconvolto il Ministero degli Esteri russo. “Siamo scioccati”, si legge in una dichiarazione. Subito dopo la notizia, le prime ipotesi di avvelenamento, come sostenuto da un consigliere del Ministero dell'Interno ucraino. “Era uno dei pochi a non essere sotto l'influenza russa”, aggiunge il portavoce. Makei, spiega, era considerato un possibile successore del presidente Lukashenko.

Mentre le reazioni si susseguono, l'Ucraina celebra l'Holodomor: lo sterminio per fame provocato da Stalin negli anni '30 che causò milioni di morti. “Una volta volevano distruggerci con la fame, ora con l'oscurità e il freddo”, ha affermato il presidente ucraino Zelensky. Alla guerra si aggiunge la minaccia del gelo. 130mila le persone senza elettricità solo nella capitale. Sul territorio nazionale massicci blackout dopo i raid delle forze di Mosca. L'Europa annuncia l'invio di generatori.

E da Roma, nel giorno dell'Holodomor, interviene la premier Giorgia Meloni con una dura condanna alla Russia e un pensiero ai “milioni di ucraini – dice – privati in pieno inverno di elettricità, acqua e riscaldamento dai bombardamenti che si accaniscono volutamente sulle infrastrutture civili”. Intanto Kiev ottiene appoggio internazionale su più fronti, da quello militare, con la Nato che garantisce supporto per “tutto il tempo necessario”, all'aiuto sul grano, con la Commissione europea pronta a pagare per la spedizione di 40mila tonnellate di materia prima tramite due navi.





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