Una tragedia, quella che ha colpito per l'ennesima volta l'Indonesia, che se non evitata poteva essere forse contenuta. Perché – a quanto pare - lo tsunami si è abbattuto sulle spiagge 24 minuti dopo l'eruzione, sull'isola Anak Krakatau. Un'allerta tempestiva avrebbe probabilmente permesso ai più di mettersi in salvo. Ma il sistema di allarme – ha ricordato il portavoce dell'agenzia per la gestione dei disastri – è fuori uso da almeno 6 anni, a causa di scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici. E allora non resta che proseguire nella mesta conta delle vittime. Attualmente si parla di 373 morti, oltre 1.500 e decine di dispersi. Ma il bilancio è destinato purtroppo ad aggravarsi, anche per la difficoltà – per i soccorritori – di raggiungere alcune delle zone investite dal muro d'acqua. Si è parlato di un'onda anomala di 20 metri d'altezza; generata dalle frane sottomarine dovute all'eruzione. Un ulteriore problema è rappresentato dal fatto che il vulcano – nato dopo l'esplosione del famigerato Krakatoa, nel 1883 – continua ad eruttare; il rischio di nuovi tsunami nello Stretto della Sonda – insomma – resta alto. L’Indonesia – del resto - è tra i Paesi più esposti alle catastrofi naturali, trovandosi a cavallo del cosiddetto “Anello del Fuoco” del Pacifico, in cui si scontrano le placche tettoniche, generando anche devastanti terremoti. A settembre, ad essere colpita, era stata la città di Palu, sull’isola di Sulawesi; 2.000 le vittime. Per non parlare dell'ecatombe del 2004, proprio nel periodo natalizio. Anche in quest'occasione si parla di danni materiali ingenti. Centinaia di abitazioni sono state distrutte; migliaia gli sfollati. Non si ha notizia di stranieri tra le vittime; ma una delle aree più colpite - quella di Banten -, è solitamente affollata di turisti durante le festività. Al momento – alla Segreteria Esteri, che si era subito allertata - non risultano notizie di sammarinesi presenti nei luoghi della catastrofe. Nel frattempo anche un altro vulcano, questa volta in Italia, si è risvegliato; destando qualche preoccupazione. Dopo un intenso sciame sismico – una scossa ha anche superato magnitudo 4 - si è aperta una frattura eruttiva alla base del cratere di sud-est dell'Etna. Alcune esplosioni hanno provocato la fuoriuscita di una densa nube di cenere. Chiuso momentaneamente l'aeroporto catanese di Fontanarossa.
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