L'intera comunità internazionale è in attesa di capire se e come avverrà l'annunciata rappresaglia iraniana su Israele. Teheran torna a dichiarare di voler “punire” lo Stato ebraico cercando, però, di “non aumentare le tensioni nella regione”. Obiettivo dichiarato: la “liberazione della Palestina” e la “distruzione del regime sionista”. Non è passato inosservato l'arrivo, a Teheran, del capo del Consiglio di sicurezza russo Shoigu. Anche gli Stati Uniti si sono attivati. E Washington esorta a "evitare l'escalation".
Per il generale Giorgio Battisti, già Comandante del Corpo d'Armata Italiano della Nato, l'attacco potrebbe essere imminente, forse questa notte o nei prossimi giorni. Ma come potrebbe avvenire? In diverse forme, spiega Battisti, ad esempio "come quello dello scorso aprile, con tre ondate: prima i droni, poi i missili balistici e altre serie di missili e vettori aerei per colpire a più riprese il sistema israeliano e saturare la difesa aerea. Potrebbe anche esserci un attacco che coinvolga Hezbollah dal Libano. Qualcuno immagina poi un inserimento di guerriglieri da terra, sia sul fronte nord che sul fronte della Cisgiordania: sarebbe come un attacco contemporaneo da parte degli Houti e dalle milizie di Hamas ancora attive". Dall'altra parte, prosegue il generale, Israele sottolinea che i suoi missili potrebbero colpire qualsiasi parte di Iran e Iraq. "Siamo in una fase di schermaglie".
Intanto, nuove tensioni al confine tra Israele e Libano. Turchia, Spagna e Giappone hanno già invitato i propri concittadini a lasciare Beirut. Nessun sammarinese risiede nell'area, spiega il Console Generale di San Marino in Libano, Youssef Zoghaib. "In questi giorni - racconta - la preoccupazione è aumentata: ci sono più attori sul teatro di guerra mediorientale. Il Libano non riesce più a reggere situazioni così critiche e pericolose".
Nel servizio l'intervista al generale Giorgio Battisti (già Comandante Corpo d'Armata Italiano Nato) e a Youssef Zoghaib (Console Generale San Marino in Libano)