È un clima da guerra totale quello che si respira in medio oriente. I pasdaran iraniani minacciano di colpire le raffinerie e i giacimenti di gas israeliani se lo stato ebraico dovesse attaccare nuovamente l'Iran. Ad annunciarlo le Guardie della rivoluzione, mentre migliaia di persone si sono radunate fuori e dentro la grande moschea della capitale dove l'ayatollah Khamenei ha guidato, per la prima volta in 5 anni, i sermoni durante le preghiere del venerdì. “L'attacco missilistico contro Israele – afferma il leader iraniano - è legale e legittimo. Non faremo passi indietro”. Dopo la preghiera una cerimonia di commemorazione per Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, ucciso venerdì a Beirut.
La milizia mussulmana afferma intanto di non avere ancora alcuna informazione sulla sorte di Hachem Safieddine, capo del consiglio esecutivo destinato a succedere a Nasrallah. In Libano tre ospedali nel sud del paese hanno annunciato oggi la sospensione della loro attività a causa degli attacchi. Sull'altro fronte le forze armate israeliane stimano che ci vorranno diverse settimane prima che gli abitanti del nord di Israele possano tornare alle loro case e che, anche allora, le forze armate non saranno in grado di garantire che non ci saranno attacchi con razzi o missili anticarro. Secondo l'Idf, le capacità militari di Hezbollah sono state danneggiate, ma l'organizzazione è ancora in grado di continuare ad attaccare.