L’evasione dal carcere israeliano di Gilboa di 6 detenuti palestinesi, uno delle Brigate Al-Aqsa e cinque della Jihad islamica condannati all’ergastolo per terrorismo, che si sono dileguati scavando per mesi un tunnel sotto il lavandino della cella, ha allertato le forze di polizia e l’esercito alla ricerca dei fuggitivi, considerati molto pericolosi perché potrebbero catturare degli ostaggi o compiere nuovi atti di terrorismo. Un vero fallimento dell’intelligence, non immaginare che la polvere degli scavi potesse essere smaltita nello scarico del bagno, e non prevedere il rischio di rinchiudere detenuti provenienti da Jenin in una prigione a pochi chilometri proprio dalla città, dove hanno trovato rifugio prima di fuggire in Giordania.
Intanto oggi, alla vigilia del capodanno ebraico che inizia questa sera, Israele si prepara ad una nuova ondata di violenza istigata da Hamas. Il leader palestinese Sinwar ha rifiutato 10 milioni di dollari provenienti dal Qatar. La donazione, concordata tra l’ONU e Israele, è stata respinta perché l’importo non verrebbe gestito direttamente da Hamas ma dall’Autorità Palestinese, per evitare che la somma venga utilizzata come in passato per atti di terrorismo invece che a favore della popolazione di Gaza.
Infine, sulla questione iraniana, il disastroso ritiro americano dall’Afghanistan ha confermato ad Israele che il Presidente Biden non è competente in politica estera. Tra due mesi l’Iran otterrà la bomba atomica e gli USA non hanno fatto nulla per impedirlo. Il Ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato che “Fra 3 mesi potrebbero riprendere i colloqui sul nucleare, ma prima gli Stati Uniti dovranno rimuovere le sanzioni economiche”, benché, grazie all’aiuto della Cina, Teheran abbia potuto eludere ogni tipo embargo. Si tratta di un espediente dilatorio che non ha sorpreso il Capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano, il quale ha garantito che “Appena la politica deciderà di intervenire contro l’Iran è pronta una gran varietà di piani d'azione”. Ma un attacco preventivo contro Teheran significherebbe scatenare su Israele migliaia di missili di Hezbollah dal nord e di Hamas dal sud, per non parlare delle critiche del mondo intero. Al premier Bennett si prospetta quindi un anno pieno di incognite che non prelude a nulla di buono.
Massimo Caviglia