Zhong Nanshan, il più autorevole consulente sanitario del governo cinese, è anche noto come "l'eroe della SARS" per aver combattuto la grave epidemia di sindrome respiratoria acuta nel 2003. Negli ultimi mesi ha guidato il Paese a fronteggiare il nuovo coronavirus, specialmente nelle prime fasi, le più critiche, dell'epidemia. Il 20 gennaio fu Zhong a confermare sull'emittente televisiva statale CCTV che il coronavirus poteva essere trasmesso tra le persone, dopo che le autorità sanitarie di Wuhan avevano sostenuto per settimane che non c'erano prove chiare del contagio e che l'epidemia era "prevenibile e controllabile".
Sabato, in una intervista alla CNN, Zhong ha dichiarato: "La maggioranza dei cinesi sono ancora a rischio infezione da Covid-19, a causa della mancanza di immunità". “Nuovi cluster – ha affermato - sono emersi in tutta la Cina nelle ultime settimane, a Wuhan e nelle province nord-orientali di Heilongjiang e Jilin”. Quindi il rischio di una seconda ondata di infezioni è reale.
"Le autorità locali non hanno detto la verità", all'inizio della pandemia, ha poi sottolineato, spiegando di aver cominciato ad avere dei sospetti quando il numero dei casi ufficialmente riportati a Wuhan sono rimasti 41 per più di 10 giorni. Sua poi la proposta, senza precedenti, di passare ad un lockdown totale della città. Ci sono tre vaccini allo studio in Cina, ha aggiunto Zhong, ma per trovare la soluzione "perfetta" ci vorranno "anni".