Teheran vuole fare piena luce sulla morte del presidente Ebrahim Raisi, a bordo di un elicottero poi precipitato. Sul velivolo anche il Ministro degli Esteri. Annunciati cinque giorni di lutto nazionale. Messaggi di cordoglio da diversi Stati, in primis dagli alleati Russia e Cina. “Un vero amico” di Mosca, lo ha definito Putin. Xi Jinping ha parlato di una “grave perdita per la sua gente”.
Parole di vicinanza anche dall'Ue e dall'Italia, con i messaggi del presidente della Repubblica Mattarella e della premier Meloni. Da San Marino, il segretario agli Esteri, Luca Beccari, ha incaricato le missioni all'estero di esprimere messaggi di cordoglio nei libri di condoglianze che verranno aperti nelle sedi diplomatiche. Il Consiglio di sicurezza Onu ha osservato un minuto di silenzio.
Intanto, fissata la data delle nuove presidenziali: il 28 giugno. In giornata il Governo iraniano aveva ribadito che continuerà ad operare. Della politica estera si occuperà la guida suprema, Ali Khamenei. Oltre alla morte di Raisi, un'altra notizia scuote il medio oriente: dalla Corte dell'Aia la richiesta di arresto contro il premier israeliano Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant per crimini di guerra e contro l'umanità a Gaza. Stessa richiesta per i leader di Hamas, per gli atti compiuti in Israele e nella Striscia.
Uno “scandalo”, lo ha definito Netanyahu che ha aggiunto: “Questo non fermerà né me né noi”. La decisione “mette sullo stesso piano vittima e carnefice” avrebbe riferito, dall'altra parte, una fonte di Hamas. Richiesta “vergognosa” per il presidente Usa Biden. “Non esiste alcuna equivalenza – ha commentato – tra Israele e Hamas. Saremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”.