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Medio Oriente: Teheran esclude un invio di truppe a Gaza o in Libano

Nel frattempo nuovi raid israeliani su Beirut. Venti di guerra sull'intero Medio Oriente

30 set 2024

Secondo il Wall Street Journal l'operazione di terra israeliana in Libano potrebbe iniziare già questa settimana; preceduta da piccole incursioni di forze speciali. Si sarebbe insomma prossimi al redde rationem fra le IDF e ciò che resta di Hezbollah; la cui leadership è stata letteralmente spazzata via da un crescendo di raid che lascerebbero presumere una capillare infiltrazione di intelligence. Mai così fragile, come in questa fase, il cosiddetto “Asse della resistenza”; con l'indiscusso dominus, Teheran, di fronte a un bivio: entrare direttamente nel conflitto, con il rischio dell'annichilimento; oppure incassare l'ennesimo schiaffo.

Anche in questo caso vi sarebbero conseguenze, ma in termini politici. Al netto della consueta retorica infiammata pare che i vertici iraniani siano comunque orientati sull'opzione più conservativa. Proprio oggi, non a caso, il portavoce del Ministero degli Esteri ha escluso l'invio di forze militari iraniane a Gaza o in Libano. Il peso di un'eventuale risposta, dopo l'uccisione di Nasrallah, parrebbe dunque ricadere interamente sulle spalle del “Partito di Dio”. Il cui attuale numero due, Naim Qassem, ha nelle scorse ore assicurato la nomina “il prima possibile”, del nuovo segretario generale. Ha dichiarato poi come le milizie sciite siano pronte ad affrontare Israele in caso di invasione; sarebbe peraltro stata sorprendente una presa di posizione diversa. Senonché lo Stato Ebraico pare ora nella situazione ideale – militarmente – per “chiudere i conti”.

Da qui condizioni palesemente irricevibili, da Hezbollah, per un cessate il fuoco. Ovvero il ritiro a nord del fiume Litani ed il disarmo. Nel frattempo nuovi bombardamenti su Beirut; non solo alla periferia meridionale – roccaforte dell'organizzazione filo-iraniana – anche nel centro della città. Dove è stata riportata la morte del capo e di due dirigenti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Nel sud del Paese invece lo strike costato la vita al responsabile di Hamas per il Libano. Attacchi aerei che si sommano a quelli di ieri nello Yemen; nel mirino infrastrutture strategiche degli Houthi. Israele che nel frattempo incassa il pieno appoggio dell'Amministrazione Biden, in vista di una possibile rappresaglia. Il senatore dem Mark Kelly ha peraltro rivelato come le bombe guidate da una tonnellata, utilizzate per l'eliminazione di Nasrallah, fossero di fabbricazione statunitense. Questo pomeriggio una riunione urgente dei ministri degli Esteri UE sulla situazione nella Regione. “Si lavora per evitare l'escalation”, ha dichiarato Tajani.






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