“Siamo pronti al dialogo con l'Ucraina”: così Vladimir Putin che torna a parlare del conflitto in Ucraina, in quella che sembra un'apertura al dialogo. Ma allo stesso tempo puntualizza: "se non fosse stato per l'Occidente, i combattimenti sarebbero cessati un anno e mezzo fa". “Speravamo nella decenza dei nostri partner”, attacca il numero uno del Cremlino, con riferimento all'attuazione degli accordi di Minsk e rispondendo a una domanda sul perché la cosiddetta operazione militare speciale non sia stata avviata prima. “Mosca – afferma - non sapeva che gli europei non li avrebbero attuati”. Intanto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev alza la posta: "I tentativi di riportare la Russia entro i confini del '91 porteranno a una guerra globale" nucleare.
Mentre i russi avanzano nell'area di Donetsk, emergono nuovi dettagli sulla morte del dissidente Navalny. Secondo il quotidiano tedesco Bild, sarebbe morto forse poco prima della sua possibile liberazione, in uno scambio di detenuti tra Usa, Russia e Germania. Un'altra fonte, citata da Novaya Gazeta, afferma che la salma si troverebbe nell'obitorio dell'ospedale di Salekhard, nel nord del Paese, e che sul corpo sarebbero stati individuati lividi forse provocati da convulsioni e uno compatibile con il massaggio cardiaco. Al momento, nessun dettaglio sulla causa del decesso a parte quanto dichiarato finora dalle autorità di Mosca. Oltre 400 i fermati finora in 36 città russe, nel corso delle manifestazioni per ricordare Navalny, secondo l'organizzazione non governativa Ovd-Info. "Putin pagherà", dichiara il presidente Usa Joe Biden.