Stando all'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, a Rafah sarebbe in corso da giorni un esodo massiccio; con l'avanzare delle forze israeliane. 450.000 persone – è stato riferito – avrebbero già lasciato la città. Da mesi, insomma, spostamenti continui di masse enormi di persone; alla ricerca di zone sicure de facto inesistenti. Continui, infatti, i raid aerei; nella notte report di almeno 14 vittime al campo profughi di Nuseirat, nel centro dell'exclave. Resta zona di guerra pure l'area nord. Operazioni militari di Tsahal in corso a Jabalya; nel tentativo di eradicare la presenza dei gruppi armati dalla Striscia. Senonché pure i più stretti alleati non nascondono un certo scetticismo. Ad avviso del vicesegretario di Stato americano Campbell sarebbe improbabile una “vittoria totale” su Hamas. Al contempo, sempre Washington, valuta che Israele abbia ammassato abbastanza truppe, ai margini di Rafah, per lanciare nei prossimi giorni la paventata incursione su vasta scala. Il redde rationem tanto osteggiato dalla Casa Bianca, insomma; anche se non sarebbe stata ancora presa una decisione definitiva.
Quel che è certo, però, è che le forze dello Stato Ebraico continuano ad avanzare nell'estremo sud di Gaza. Strategia stigmatizzata dal Primo Ministro del Qatar – fra i più attivi mediatori per una tregua -; tutto ciò, infatti, avrebbe “fatto regredire” i negoziati, portandoli “quasi ad un'impasse”. Senza contare l'indignazione per l'episodio del veicolo delle Nazioni Unite colpito nei pressi del valico con l'Egitto. Un dipendente ONU ucciso, l'altro ferito. Erano su un mezzo in transito in una zona di combattimento attivo, sostengono oggi i vertici delle IDF; spiegando come sia in corso un'indagine.
Non confermata l'ipotesi che a sparare fossero stati soldati israeliani. Tutto ciò nel giorno in cui il Paese celebra la dichiarazione di indipendenza del 1948. Da oltreoceano un messaggio che conferma il legame speciale con l'alleato. “L'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele è ferreo”, ha fatto sapere Biden. Un messaggio al Presidente Herzog anche dal suo omologo italiano Mattarella, che ha insistito sul “diritto inalienabile ad esistere” dello Stato Ebraico, condannando con forza l'attacco del 7 ottobre. Al contempo ha ribadito come Roma intenda lavorare per una tregua a Gaza ed una soluzione a due Stati.