Dopo oltre un anno di angoscia e trattative, Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco e il rilascio dei primi 33 ostaggi. L’annuncio è arrivato ieri sera dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha definito l’intesa un punto di svolta.
L’operazione, simbolicamente chiamata "Derech Eretz" ("Il cammino della terra"), segna l’avvio del ritorno degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e trattenuti a Gaza. Le famiglie degli ostaggi hanno accolto con emozione la notizia, ma restano in attesa di conferme sullo stato dei loro cari. I dettagli del piano prevedono che i primi ostaggi, tra cui donne e bambini, saranno liberati nella giornata di domenica, con l’intervento delle forze israeliane in un’operazione denominata "Wings of Freedom" ("Ali della libertà").
Una tregua tra speranze e critiche
Il cessate il fuoco, mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, è stato accolto con sollievo a Gaza e Tel Aviv. Tuttavia, esponenti dell’estrema destra israeliana, come il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, hanno espresso contrarietà, definendo l’accordo pericoloso per la sicurezza del Paese. Da parte sua, il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito l’impegno a riportare a casa tutti gli ostaggi e ha ringraziato Trump e Biden per il loro sostegno.
Un respiro per Gaza
L’Unione Europea e l’ONU hanno salutato l’intesa come un passo verso un necessario sollievo per i civili palestinesi, mentre le Nazioni Unite hanno sottolineato l’urgenza di un accesso umanitario senza ostacoli. Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, ha richiamato l’attenzione sulla gravità della crisi umanitaria e sulla necessità di rifornimenti immediati.
Prossimi sviluppi
Mentre il mondo guarda con apprensione agli sviluppi dell’accordo, restano in corso le trattative sui punti più delicati, con i negoziatori ancora impegnati a Doha. La liberazione degli ostaggi e il mantenimento della tregua saranno i primi banchi di prova per questa intesa storica.