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Strada in salita per la nomination di Trump: tra risultati di midterm e inchieste giudiziarie

La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)

26 nov 2022
Marco Liconti, corrispondente LA PRESSE
Marco Liconti, corrispondente LA PRESSE

Washington - è stato finora un novembre da dimenticare per Donald Trump e il Giorno del Ringraziamento, che si è celebrato giovedì, rischia di essere uno dei più amari degli ultimi anni per l'ex presidente, che aveva sicuramente immaginato un copione diverso per la sua nuova sfida alla conquista della Casa Bianca. Il risultato deludente delle elezioni di midterm, dove molti candidati trumpiani sono usciti sconfitti dal confronto con i Democratici, ha oscurato l'annuncio della nuova sfida del tycoon per il 2024, fatto una decina di giorni fa.

La strada verso la nomination repubblicana per Trump si fa complicata, sia per la crescente ostilità dell'establishment del partito, che per l'emergere di possibili e temibili sfidanti, come il governatore della Florida, Ron DeSantis, uscito trionfatore dal voto dell'8 novembre. Senza contare le tante inchieste che vedono protagonista l'ex presidente. L'ultima tegola sulla testa di Trump l'ha fatta cadere la Corte Suprema, peraltro a maggioranza conservatrice, che ha dato il via libera alla richiesta dei Democratici del Congresso di esaminare le sue dichiarazioni dei redditi. Un atto dovuto nella politica americana, al quale Trump si era però finora sottratto, allestendo una battaglia legale durata anni.




Quello che il tycoon ha finora cercato di nascondere è probabilmente il fatto che tra il 2009 e il 2018 la sua 'Trump Organization' avrebbe registrato costantemente delle perdite, come testimoniato da Donald Bender, ex contabile di Trump, nel processo in corso a New York per frode fiscale. Una rivelazione che, se confermata, intaccherebbe irrimediabilmente l'immagine dell'imprenditore di successo sulla quale Trump ha costruito il suo mito politico. Sempre a New York è poi in corso un altro processo contro i vertici della Trump Organization, accusati di avere falsificato il valore del patrimonio immobiliare dell'azienda, per ottenere dei vantaggi bancari.

Ci sono poi altre due inchieste, queste di carattere più politico, che potrebbero portare a clamorosi rinvii a giudizio: quella sul ruolo di Trump nel tentativo di sovvertire il risultato delle Presidenziali 2020, sfociato nell'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021; e la storia dei documenti top secret della Casa Bianca, custoditi nella residenza del tycoon a Mar-a-Lago.

La scorsa settimana, il ministro della Giustizia Merrick Garland ha nominato il procuratore speciale Jack Smith, che agirà in maniera indipendente, proprio per sovrintendere alle due indagini. Secondo diversi osservatori vi sarebbero già elementi sufficienti per portare Trump davanti a un giudice. L'unica consolazione di questi giorni è per Trump stata la sua riammissione su Twitter, decisa da Elon Musk. Ma l'ex presidente ha detto che preferisce continuare ad usare il suo social network privato, Truth, dove può agire e comunicare senza il rischio di nuove espulsioni, ma senza nemmeno il seguito che aveva in precedenza.

La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)





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