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Ucraina: NATO preoccupata dal progressivo “svuotamento” degli arsenali

Secondo il New York Times due terzi dei Paesi dell'Alleanza Atlantica sarebbero a corto di armi da inviare a Kiev. Aspri combattimenti, intanto, nel Donbass

28 nov 2022
Aggiornamenti sul conflitto in Ucraina
Aggiornamenti sul conflitto in Ucraina

In una fase in cui in Occidente sembra crescere la “stanchezza emotiva” per il conflitto, c'è chi ha interpretato un recente articolo del New York Times come un segnale ai decisori ucraini. Spia attendibile degli umori dell'Amministrazione Biden, il quotidiano; che citando un alto funzionario NATO ha in un qualche modo confermato alcuni rumors: 20 Paesi dell'Alleanza Atlantica sarebbero ormai a corto di armi da inviare a Kiev, e anche in America si starebbe assistendo ad un progressivo depauperamento delle scorte. Da qui una serie di ritardi nelle forniture militari a Taiwan: principale perno della strategia statunitense di “contenimento” della Cina. A scarseggiare soprattutto le munizioni; visto l'enorme consumo sui campi di battaglia ucraini. Paradigmatico il caso di Bakhmut, dove da tempo si combatte aspramente; con le forze del Cremlino – in primis i contractor della Wagner – determinate a far collassare il robusto dispositivo di difesa ucraino, alternando sanguinosi assalti frontali in zone urbane, ad azioni sui fianchi.




Fonti filo-russe parlano oggi della conquista di un paio di piccoli insediamenti a sud della città. Le truppe di Kiev rispondono con una crescente pressione nel nord del Donbass. Per il resto nessuna variazione di rilievo lungo la linea di contatto, viste anche le pessime condizioni del terreno. Smentita da Mosca ogni ipotesi di disimpegno dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Zelensky intanto paventa il rischio di nuovi attacchi missilistici russi contro le infrastrutture energetiche, tentando al contempo di far leva sul patriottismo dei civili, che dovranno fronteggiare un inverno da incubo. Programmate da questa mattina interruzioni di corrente di emergenza in tutta l'Ucraina. Tutto ciò mentre il Vaticano conferma la propria volontà di cercare la pace. “Ho anche pensato di fare un viaggio – ha dichiarato il Papa in un'intervista -, ma ho preso la decisione: se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto”. Offerta di mediazione accolta “con favore” dal Cremlino; il portavoce Peskov ha tuttavia espresso forte scetticismo riguardo la volontà dei vertici ucraini di sedersi ad un tavolo.





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