Diventano esecutive le regole su editoria e giornalismo ed è ancora una volta l'Autorithy a dividere l'Aula. Tutte le forze politiche sottolineano la necessità di una legge che, per la prima volta, regolamenta a San Marino la professione di giornalista. Tutti danno atto al Segretario Belluzzi di avere modificato sostanzialmente il testo fra la prima e la seconda lettura, accogliendo parte dei suggerimenti della minoranza. Ed è ancora una volta ampia la condivisione sul fatto che, per la prima volta, ci saranno contratti collettivi in un settore dove si sono registrati episodi di lavoro nero. Ma, sottolinea Marco Podeschi dell'Upr, mi sarebbe piaciuto che maggioranza e opposizioni avessero potuto trovare una sintesi perchè quando si parla di informazione è difficile fare differenze di colore politico. L'Upr chiedeva un modello più semplice e non condivide la scelta di fondo di mescolare negli organismi che dovranno gestire (quindi Consulta e Autorità per l'editoria) i giornalisti con i proprietari e gli editori. Di fatto, sottolinea Podeschi, sono 4 le strutture che sovraindendono il settore: la segreteria di stato, la consulta, l'autorità e la commissione di vigilanza. Un errore, conclude, inserire i social network in questa legge. Con le tante modifiche inserite, conferma Luca Santolini, si tratta di un testo di legge che non si può definire liberticida. Ma permangono mancanze importanti. Civico 10 vota contro perchè, sottolinea, poteva essere fatto un lavoro più completo con maggiore confronto preliminare tra maggioranza e opposizione. Vota no anche Sinistra Unita con Tony Margiotta che dice. “come consigliere della Repubblica non posso accettare che l'Autorità comprenda membri nominati dalla politica. Chi rappresenta la cittadinanza, sottolinea, non ha il compito di controllare la stampa”. Il capogruppo socialista riconosce a Belluzzi la pazienza con cui ha affrontato questa materia. Dispiace non aver dato nostro contributo, afferma Paride Andreoli, ma è stata una scelta voluta perchè su una materia così delicata ci doveva essere dialogo preventivo per raggiungere un consenso più ampio. L'impressione è che questa legge è stata preparata contro qualcuno piuttosto che per qualcuno, afferma il capogruppo di Rete. Pensate che con questa legge domani sapremo chi è il proprietario di Tribuna? chiede Roberto Ciavatta. No, risponde perchè non è possibile conoscere i beneficiari effettivi dei soggetti giuridici. Il psd ricorda che questa legge arriva dopo che la categoria non è stata capace di darsi una autoregolamentazione. E oggi la stessa categoria parla di legge liberticida. La Consulta, sottolinea, lascia ai giornalisti il compito di scrivere le regole e a un soggetto terzo il controllo e il rispetto delle norme. Una legge necessaria, dice Manuel Ciavatta del pdcs, un passo in avanti che pur mantenendo punti di criticità va a regolamentare situazione. Non è deontologico utilizzare lettere anonime , conclude. In questo caso si deve lasciare ai giornalisti decidere cosa è opportuno e cosa no. Non è una legge liberticida, sottolinea Valeria Ciavatta di Ap. E' importante che il lettore si faccia una idea di qual è la linea editoriale. Si potrebbe prevedere, sottolinea, la pubblicazione degli assetti societari come si fa per il direttore del giornale. Perchè il rapporto tra i mezzi di informazione e la politica è problematico, a volte è conflittuale a volte si va anche troppo a braccetto. Soddisfatto, ovviamente, il Segretario di Stato al lavoro che scrive una pagina assolutamente nuova nell'ordinamento sammarinese. Il tempo e le scelte che faremo per la Consulta, anticipa, dimostreranno che nessuno intende controllare la stampa.
Nel video le interviste ai consiglieri Roberto Ciavatta (Rete) e Valeria Ciavatta (AP)
Sonia Tura
L'intervista al Segretario di Stato Iro Belluzzi
Nel video le interviste ai consiglieri Roberto Ciavatta (Rete) e Valeria Ciavatta (AP)
Sonia Tura
L'intervista al Segretario di Stato Iro Belluzzi
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