In mattinata è stato aperto il comma più atteso, e che de facto chiuderà la Sessione. Focus sul più strategico dei dossier: l'Accordo di Associazione con Bruxelles; in attesa della firma, dopo la parafatura. Primo atto il riferimento del Segretario di Stato Beccari. Predisposte alcune “schede” per illustrare nel dettaglio ai Consiglieri i contenuti dell'Accordo. Ancora il testo non è disponibile, ha puntualizzato; si attende il via libera della Commissione. Nel frattempo ha sottolineato come sia importante iniziare una riflessione “calata nella realtà” di San Marino, in un'ottica di implementazione concreta.
L'Accordo – ha ricordato il Segretario agli Esteri - dice quali siano le regole e le modalità con le quali San Marino e Andorra entrano a far parte del mercato unico; dunque la sola lettura del testo non sarebbe esaustiva. Rimarcata l'importanza dei “valori” e dei “principi” generali indicati nell'Accordo; a partire da quello di “non discriminazione”, che “cambierà completamente la modalità di approccio su tutti i temi negoziali che avremo in futuro”.
Quanto al funzionamento si avranno due tipologie di comitati congiunti: quello di associazione, che avrà una funzione più politico-strategica, e quello “misto” con funzioni prettamente operative. Previsti poi uno strumento di confronto parlamentare e organismi di cooperazione riguardanti l'ambito privato. Fondamentale poi la partecipazione attiva sammarinese ai processi decisionali: avremo la possibilità – ha detto Beccari - di partecipare come interlocutori privilegiati alla produzione normativa europea, pur senza avere diritto di voto. E vi saranno procedure di sorveglianza reciproche per segnalare l'errata applicazione dell'Accordo. Non saremo soggetti alle procedure di infrazione; l'obiettivo principale è risolvere le controversie.
Quanto alla clausola generale di salvaguardia è una facoltà di San Marino per casi che possono essere altamente impattanti: “un aspetto negoziato con grande impegno” che riguarda la disapplicazione temporanea di particolari istituti dell'Accordo. Posto il caso della Convenzione del '39 con l'Italia; un'eventuale rinegoziazione avrebbe oggi basi completamente differenti: “si aprono opportunità di impresa a San Marino”. Affrontate anche le politiche sociali; ad esempio la possibilità del mutuo riconoscimento delle prestazioni pensionistiche. Dal Segretario Beccari, infine, un invito: iniziare a lavorare su un documento programmatico in vista della prossima Legislatura, per indicare a livello macro i principali ambiti sui quali intervenire e ciò che si intende ottenere nell'implementazione. Si attende ora l'inizio del dibattito.
Dopo una pausa - per dar modo ai Consiglieri di analizzare i documenti -, il via agli interventi poco prima delle 12. Primo a prendere la parola William Casali, PDCS, che ha lodato l'operato del Segretario Beccari. Questo Accordo “darà tantissimi vantaggi al nostro Paese”. Riguardo ai cittadini che hanno dubbi l'invito ad ascoltare le giovani generazioni. Con tutta probabilità l'Accordo supererà gli effetti della Convenzione del '39 con l'Italia, ha osservato Giuseppe Maria Morganti, Libera; che ha parlato di “svolta epocale”. Ricordando però le inquietudini connesse all'attuale situazione in Europa. Da San Marino, a suo avviso, potrebbe arrivare “qualche input” per rafforzare “una grande idea nata a Ventotene”. Rammarico per il mancato raggiungimento di un'intesa riguardante eventuali “aiuti” per la fase di transizione; un riferimento al mancato accesso ai fondi UE. Bene la “riconoscibilità” internazionale; resta la questione del T2 e dell'accesso al mercato finanziario. Quanto all'implementazione ha rimarcato l'importanza di un'adeguata organizzazione e di un pieno coinvolgimento del Paese, tornando dunque ad indicare la strada della Commissione Mista. Necessario ora rendere “leggibile” l'Accordo per la cittadinanza, ha sottolineato Marika Montemaggi; spetta alla politica parlare alla cittadinanza dissipando dubbi e perplessità. Focus sulle tempistiche; da qui la necessità, per la politica, di fissare obiettivi, per non “subire” l'Accordo, ad esempio per il settore bancario-finanziario.
Emanuele Santi, RETE, ha dichiarato di condividere l'approccio pragmatico indicato da Beccari; pur stigmatizzando il ritardo nella pubblicazione dell'Accordo. Andorra lo ha già fatto, ha tuonato. “Su cosa devo dibattere”, dopo aver avuto 20 minuti per leggere 44 pagine? “E' un dibattito inutile”. “Non siamo sulla strada giusta per fare una corretta informazione”. Ha poi chiesto delucidazioni su alcuni punti. Il Monopolio di Stato dell'AASS su energia e gas durerà fino al 2030. Cosa succederà dopo? Matteo Zeppa ha contestato l'approccio politico della DC alla questione dell'Accordo; indicandolo come base per future alleanze. Ricordato l'OdG di RETE relativo alla pubblicazione del testo e all'intensificazione della campagna informativa. Qualcuno della Maggioranza ha cercato di fare giochi politici “illegittimi”. Si è poi soffermato sul rischio di un ulteriore consumo del territorio, a seguito delle liberalizzazioni.
Il tema dell'Accordo di Associazione – ha detto Nicola Renzi, RF– riguarda in primis le giovani generazioni; dobbiamo ascoltarli. Dobbiamo andare in mezzo alla gente e rispondere alle eventuali paure. Oggi dire no all'Accordo significa precludere i rapporti con l'UE e i suoi Stati membri. Sarebbe un “isolamento drammatico”. Sono preoccupato dalla nostra capacità di reazione e di sfruttare l'acquis comunitario; da qui la necessità di un adeguamento di tutto il comparto PA, anche da un punto di vista qualitativo e formativo. Ribadita poi la proposta di una task force sul sistema bancario-finanziario. Dobbiamo fare una vera e propria road map; non ho ancora capito come e quando sarà ratificato l'Accordo. Giusta, a suo avviso, l'idea di un documento programmatico per le prossime legislature da elaborare in Commissione Esteri. D'accordo, su questi intenti, Lorenzo Bugli, PDCS. Non possono esservi “piani B” - ha sottolineato - per chiare questioni di geopolitica. L'auspicio, ora, è quello di una fase costituente, per gettare le basi di una “nuova San Marino”. Necessario un “cambio di approccio”, anche da parte delle Istituzioni.
Il dibattito riprenderà nel pomeriggio. In precedenza la ratifica-lampo dell'accordo sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche con il Malawi, e della Convenzione quadro del CoE sul valore del patrimonio culturale per la società. Un passo, quest'ultimo, molto apprezzato in modo bipartisan. Abbiamo dei “tesori da valorizzare” - ha sottolineato il Segretario Belluzzi -, che aiutano a “leggere la storia”; e che al contempo sono una “leva per lo sviluppo”. Via libera all'unanimità.
Ieri tensioni a Palazzo, con le Opposizioni fuori dall'Aula per mettere sotto pressione la maggioranza sui numeri. I lavori erano ripresi allora in notturna; conclusasi con la ratifica del Decreto che apre all'insediamento in territorio di università private. No a contributi pubblici sammarinesi, però; e ciò dopo l'accoglimento di un emendamento di RETE; riformulato in accordo con il Segretario Belluzzi. Il Movimento non ha comunque lesinato critiche all'impianto del Decreto, e non sarebbero mancate stoccate di carattere politico. Via libera anche a proposte di Libera per estendere l'ambito della norma anche a centri di ricerca scientifica; e per inserire un soggetto terzo nel comitato di supporto alla valutazione delle richieste di autorizzazione. Si è trovato una sintesi indicando, per il ruolo, un delegato dell'agenzia di valutazione nazionale del sistema di Alta formazione.