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Adesso.sm su Carisp: Dc prigioniera del passato. Rete-Mdsi, ancora manovre governative per affossare sistema

24 ago 2017
Adesso.sm
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Adesso.sm replica alla Democrazia Cristiana, convinta che il bilancio di CARISP non sia veritiero. E’ la stessa DC – fa notare invece la maggioranza - che negli anni novanta falsificò i bilanci dello Stato e nella legislatura scorsa si oppose strenuamente a fare chiarezza sulla reale situazione delle banche, e in particolare di CARISP, ed ora si comprende bene perché. E ancora – aggiunge - dopo le elezioni la DC ha raccontato la favoletta che CARISP sarebbe stata svenduta a qualche misterioso privato, cosa che ovviamente non è avvenuta perché CARISP è saldamente in mano pubblica. Lo stesso partito – incalza Adesso.sm - continua a raccontare che la gestione degli NPL sarà regalata a qualche soggetto privato. Non ci sarà, invece, nessuna svendita, gli Npl – rimarca la coalizione al Governo - saranno gestiti da un soggetto pubblico, nell’interesse pubblico. In sostanza, per Adesso.sm la DC parla di colpevoli immaginari per cui, in disaccordo con altre forze di opposizione e parti sociali, non ritiene che vadano promosse azioni di responsabilità nei confronti di chi doveva garantire la corretta gestione di Cassa ma evidentemente non l’ha fatto. Al di là della valutazione sulle perdite di CARISP, la maggioranza ritiene evidente che occorre assolutamente voltare pagina e lasciarsi alle spalle un modello di sistema finanziario che ha portato tanti danni al Paese. L’interesse pubblico – conclude Adesso - torna al centro della politica. La DC ha purtroppo dimostrato di rimanere prigioniera di un passato che ha arrecato enormi danni la Paese e che non deve tornare mai più".

Anche Rete ed Mdsi tornano sul bilancio di Cassa focalizzando l'attenzione su cosa significhi realmente “spalmare” le perdite: ogni anno – sottolineano - il bilancio dello Stato si troverà oltre 20 milioni di euro da ripianare, quindi di default. A questi poi si aggiungono gli interessi da pagare alle banche per il credito di imposta – spiegano - trasformato in titoli di debito pubblico nel famoso decreto Grandoni del mese di luglio. A quanto ammontano questi interessi, non si sa. Crediamo – concludono Rete ed Movimento Democratico - che la svalutazione degli attivi, portandoli a valore zero, nasconda la volontà di affossare il sistema per svenderlo al migliore offerente. La troppa prudenza con cui si nascondono gli attivi  e si svaluta enormemente Carisp, – è l'analisi finale - viaggia sugli stessi binari della troppa poca prudenza dei precedenti CdA, che di fatto hanno sopravalutato il reale valore di Cassa. 

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