E’ un problema di metodo, quello posto da Alleanza Popolare. “Il Governo straordinario – spiega il coordinatore Roberto Giorgetti – non dà modo alle forze di opposizione di svolgere fino in fondo il proprio ruolo di controllo sull’operato dell’Esecutivo, e di dare quindi il proprio contributo alla stesura delle leggi. Vengono presentate versioni continuamente diverse – è la critica – con emendamenti e modifiche che cambiano sostanzialmente i testi, e presentati all’ultimo minuto senza che si abbia, così, modo di approfondire”. “Un esempio su tutti – afferma Tito Masi – lo abbiamo visto con la legge sulle imprese e sui servizi bancari, con la prima proposta depositata a luglio di 90 articoli, divenuti 157 a settembre. Una versione ancora diversa – aggiunge – ci è stata presentata il 4 ottobre, fino alla quarta ed ultima versione all’ultima Commissione di lunedì, con ulteriori nuove modifiche. La maggioranza – sostiene Masi – ha l’assillo di dover produrre, viste le imminenti elezioni, e la quantità va a scapito della qualità”. Critiche che Alleanza Popolare estende anche alla prossima riforma del commercio, una legge di cui Ap condivide alcuni aspetti, come la riduzione delle tabelle merceologiche, l’istituzione dell’Osservatorio del commercio, l’apertura della seconda sede ed una certa liberalizzazione. Ma la richiesta di predisporre un testo unico chiaro ed organico, come si legge nell’ordine del giorno presentato questa mattina in Commissione da Tito Masi, e di approvare, contestualmente alla legge, il Piano di valorizzazione, è stato bocciato con 7 voti contrari e 2 a favore.
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