“Tutti siamo chiamati ad una grande responsabilità: la crisi economica è solo un aspetto, più drammatica quella valoriale che attraversa relazioni, famiglie, giustizia e coscienze”. Così Monsignor Turazzi, che si appella ai sammarinesi affinché non manchino all'appuntamento elettorale, “di andare al voto – scrive - lo chiedono la Dichiarazione dei diritti dei cittadini e le nostre tradizioni di democrazia e di libertà. Senza esercizio di responsabilità e di partecipazione si finisce per essere «sudditi piuttosto che cittadini».
Il vescovo si sofferma sulla politica come servizio e mette in guardia dall’individualismo, “tentazione sempre in agguato”. Guarda ai giovani candidati presenti in tutti gli schieramenti, “ che testimoniano il superamento dei soliti pregiudizi che sfiduciano la prassi politica. E che possono offrire entusiasmo, proposte originali, rinnovamento”. Invita al rispetto: avversari sì, nemici mai.
E nel confronto, senza venir meno ai propri principi ideali e al mandato ricevuto “è possibile – dice - il compromesso”, inteso come mediazione virtuosa per il bene comune. Si aspetta siano attuate le proposte più urgenti, riguardanti la famiglia, l’educazione, la scuola, l’università. “Siano prioritarie – scrive - le scelte in favore dei più deboli, di chi ha bisogno di solidarietà, lavoro e assistenza sociale dei più deboli tra i deboli a cui non si deve negare il primo e fondamentale dei diritti, che è quello di vivere”.
Lo sguardo va quindi ai temi etici che il prossimo Governo sarà chiamato ad affrontare. Si possono trovare – scrive - altre strade per la tutela della maternità e per un dignitoso accompagnamento al fine vita, senza accanimento terapeutico e senza eutanasia. Riflessioni che si fondano sui grandi principi della Dottrina Sociale Cristiana: centralità e dignità della persona, solidarietà, sussidiarietà, bene comune.