Solo 30 consiglieri hanno risposto all'appello alla ripresa dei lavori; con le Opposizioni fuori dall'Aula per non contribuire al raggiungimento del numero legale: ottenuto dunque per un soffio fra gli applausi dei consiglieri di Maggioranza presenti. Si è ripartiti dall'emendamento di RETE all'articolo 7, sul tema dei mancati versamenti della quota ISS. “Condivisibile” - ad avviso del Segretario di Stato alla Sanità – l'intento dell'emendamento. Ha però sottolineato le perplessità degli uffici competenti riguardo le misure indicate nella proposta. Dopo un confronto – ha aggiunto - ci si potrà impegnare per una revisione. Emendamento respinto con 29 voti contrari, su 44 presenti al momento della votazione. Anche quello successivo, sempre di RETE, è stato illustrato all'Aula dall'ex Segretario di Stato Ciavatta. Riguarda una cinquantina di casi, ha spiegato; e l'obiettivo è evitare l'aggiramento delle norme sui contratti co.co.pro ed il mancato pagamento dei contributi pensionistici. Da qui la fissazione di una quota minima di versamenti di 1.000 euro all'anno, da versare alla stipula del contratto. Approccio non condiviso dal consigliere di Libera Iro Belluzzi, pur comprendendo le ragioni di tale proposta. E' una problematica di controlli, ha concordato Rossano Fabbri, NPR. La gestione separata riguardante i co.co.pro deve essere regolata, ha riconosciuto il Segretario Mularoni; necessari correttivi a queste distorsioni. Ha chiesto tuttavia per quale motivo il suo predecessore non fosse intervenuto. Occorre metterci una pezza, ha sottolineato Guerrino Zanotti, Libera: proposta a suo avviso da accogliere. Così come per Emanuele Santi, RETE. Si tratta di truffe ai danni dello Stato, ha rimarcato Giovanni Zonzini; disponibilità a concordare modifiche all'emendamento. Il problema esiste, ha riconosciuto Alessandro Rossi, Gruppo Misto; che ha invitato a concentrarsi subito – senza rimandare - sulla soluzione migliore, andando ad affinare all'occorrenza il testo della proposta. C'è da trovare una soluzione, ha sottolineato Andrea Zafferani, RF; penso che l'intervento proposto possa essere utile per mitigare una situazione distorsiva. In sede di replica Roberto Ciavatta ha risposto all'attuale Segretario di Stato; affermando di essere venuto a conoscenza del problema il 4 maggio di quest'anno, e di avere immediatamente inviato una relazione al Congresso affinché si intervenisse. “A questo punto c'è una volontà di non intervenire”. Emendamento respinto. Di simile tenore quello successivo; dove si prevede la decadenza dal proprio incarico – fino al completo recupero del dovuto - degli amministratori o soci di società che non siano in regola con i versamenti contributivi. Sono “circa 550” - ha tuonato Ciavatta - gli amministratori che “non versano un centesimo”; “per la quasi totalità non sono residenti”. Ad avviso di Alessandro Cardelli, PDCS, quanto indicato dall'emendamento sarebbe già previsto dalla legge; il problema riguarda forse i controlli, ha aggiunto, pur sottolineando come non si possa ingessare l'economia. Sulla stessa linea Gaetano Troina, DML, che ha ricordato come una norma ad hoc sia entrata in vigore nel febbraio di quest'anno, con importi ben precisi: accogliere l'emendamento creerebbe una stratificazione di norme senza senso. Così anche il Segretario Gatti; che non esclude comunque un confronto con l'Esattoria per un potenziamento degli strumenti per il recupero dei crediti oltreconfine. Dura però la replica dai banchi di RETE; si continua a mettere la testa sotto la sabbia, è stato detto. E il problema non sta nei controlli; ma negli strumenti a disposizione per il recupero di queste cifre. Uno dei motivi per cui siano usciti dalla Maggioranza, è stato aggiunto, è la non volontà di affrontare le problematiche quando emergono. Dal Gruppo Misto l'invito a trovare una soluzione. Potrebbe trattarsi di uno strumento di deterrenza in più – è stato detto dalle fila di RF -; se c'è qualche problematica analizziamola, ma il non far niente non è una soluzione. Respinto l'emendamento. Poi quello per intervenire sul problema dei mancati versamenti contributivi di lavoratori autonomi, sotto forma societaria. Ci sono circa 300-350 codici operatore che regolarmente non pagano i contributi, ha rimarcato Roberto Ciavatta; l'unico strumento efficace, ha continuato, è la sospensione della licenza, perché le sanzioni non vengono pagate e i piani di rientro non vengono rispettati. Il Segretario Gatti ha suggerito un'altra soluzione in questi casi: aprire un concorso dei creditori, utilizzando gli strumenti previsti dall'ordinamento. Tema interessante anche a livello sociale – è stato osservato dai banchi di Motus -; la questione deve essere affrontata nell'ambito di una revisione generale; questo meccanismo sanzionatorio andrebbe forse ripensato. Pasquale Valentini, PDCS, ha riconosciuto come il problema esista. E' impensabile che in un Paese come il nostro passi un mese dal mancato pagamento di contributi da parte di un'azienda, e il mese successivo non vi siano controlli. E' una questione di volontà politica. Emendamento respinto. In occasione della votazione di quello successivo le Opposizioni hanno poi richiesto un nuovo appello; 29 presenti: constatata l'assenza del numero legale la seduta è stata temporaneamente sospesa. Alla ripresa RETE ha annunciato la futura predisposizione di un progetto di legge, per dotare il Paese di strumenti adeguati per riscuotere i crediti, ed ovviare alle storture citate nel corso della seduta.