I lavori della sessione agostana sono ripresi in mattinata da un emendamento del Gruppo Misto che sollecita l'istituzione del Portale dei Servizi Sanitari. Il Segretario Gatti aveva già sottolineato ieri, in chiusura di seduta, come il Governo condivida l'implementazione dei servizi informatici per l'utenza; ma l'ISS sta già lavorando – aveva aggiunto -, non serve una norma. L'ex Segretario alla Sanità Ciavatta, intervenendo per RETE, ha ricordato come già da diversi mesi fossero state inviate richieste all'ufficio informatica; con una serie di spunti per ottimizzare la macchina organizzativa. Fra questi la trasformazione definitiva del fascicolo sanitario elettronico in una vera e propria app. Dai banchi di Libera sono stati riconosciuti i passi in avanti sul piano dell'informatizzazione; una proposta da affiancare ad una organizzazione dei servizi che non deve mancare. Criticata ancora, allora, l'esperienza del COT. Ha quindi preso la parola il Segretario di Stato Mularoni: “emendamento condivisibile” perché, fra le altre cose, andrebbe ad integrare servizi già forniti dal CUP; ha poi annunciato di aver già dato disposizioni per lavorare su misure che garantiscano un miglior accesso alle cure. Ha quindi definito non accoglibile la proposta del Gruppo Misto: non serve una normativa, ma solo un'implementazione tecnologica sulla quale gli uffici stanno già lavorando. L'emendamento è stato respinto.
Si è dunque passati all'articolo 8 della Variazione al Bilancio, nel quale si autorizza il Congresso ad acquisire la piena proprietà della Giochi del Titano s.p.a., rilevando le azioni detenute dalla Camera di Commercio (di proprietà per il 51% dello Stato e per la parte restante delle categorie economiche). Perplessità, da Libera, su una questione contabile: la spesa è infatti ripartita su un periodo massimo di 5 anni a decorrere dall'esercizio finanziario 2024; è stato chiesto allora quale sia l'attinenza con la Variazione al Bilancio 2023. E si chiede chiarezza sui numeri, sulle somme di cui si parla. Importante – ad avviso di RF - che lo Stato rientri in possesso della Giochi del Titano: settore da sviluppare, anche alla luce di una maggiore integrazione europea. Ma vi è un dubbio riguardo al futuro dell'Agenzia per lo Sviluppo Economico e al suo sovvenzionamento. Da RETE una serie di interrogativi; innanzitutto riguardo l'impegno economico di questa operazione, e le forme di finanziamento per la Camera di Commercio. È stato anche ricordato come inizialmente si pensasse ad una spesa spalmata su 10 anni. Iro Belluzzi, Libera, ha invocato chiarezza sul futuro dei giochi in territorio. E poi un sospetto: che uno degli obiettivi dell'operazione sia porre anche quella struttura a garanzia dei debiti sottoscritti dallo Stato. Dal Gruppo Misto una considerazione: siamo l'unico Paese dove il “gioco d'azzardo” è consentito ai propri cittadini. Una questione sulla quale è stata invocata una riflessione; pur ritenendo teoricamente positiva la piena acquisizione da parte dello Stato della Giochi del Titano. Suggerito da un consigliere di Repubblica Futura un vincolo di destinazione per le somme che andranno a Camera di Commercio a seguito di questa operazione: ovvero che gli introiti rimangano in Camera di Commercio, senza essere distribuiti ai soci privati che fino ad ora – è stato sottolineato – non hanno contribuito affatto. In generale la Minoranza invoca chiarezza sui dati, prima di votare un simile provvedimento. Interrogativi anche sul peso di questo dossier nei rapporti con l'Italia. Infine la replica del Segretario di Stato Gatti; la Giochi del Titano è valutata 40 milioni; si parla di un'operazione di circa 8 milioni a favore di Camera di Commercio. Fino ad ora incassava dividendi dalla Giochi del Titano; in futuro dovrà camminare sulle proprie gambe, diventando lo sportello unico delle imprese. Il pagamento in 5 anni è stato deciso per avere immediatamente la proprietà, ha spiegato. Si è poi detto contrario allo svolgimento di attività di gioco, pur adeguandosi al volere della maggioranza. L'articolo 8 è stato approvato con 24 voti a favore, 7 contrari e 3 astenuti.
Quindi un emendamento aggiuntivo del Governo, relativo agli accertamenti del Catasto sul valore degli immobili; prevista una riduzione della penale dal 20 al 10% qualora il contribuente non concordi il valore non depositando alcun ricorso alla Commissione. RETE ha chiesto delucidazioni sui motivi di tale decremento, temendo si tratti di un intervento “pre-elettorale”. Perplessità anche dai banchi di Libera. In generale non corretto – ad avviso del Gruppo Misto - partire da una sfiducia nei confronti del contribuente; suggerito dunque un cambio d'approccio. La riduzione della penale, è stato spiegato dalle fila di NPR, è giustificata dalla volontà di alleggerire i carichi fiscali negli atti di trasferimento di beni immobili. Sulla stessa linea un esponente del PDCS. Dopo la replica del Segretario Gatti è stata richiesta la verifica del numero legale: di certo non una novità in questa sessione: 30 presenti.
Si è dunque proceduto con l'analisi dell'articolo 9: la modifica del credito d'imposta per i redditi prodotti all'estero dal trust; previsto un aumento – dal 50 all'80% - della quota di deducibilità. Molto duro il giudizio di RETE, che ha presentato un emendamento soppressivo; stiamo regalando sconti fiscali importanti – è stato detto - a chi sostanzialmente è già ricco di suo. Non condividiamo in alcun modo questo approccio. Semplicemente si assimila al trust ciò che già avviene sia per le persone fisiche che le persone giuridiche, si è replicato dai banchi della DC. Da RF la richiesta di una stima dei minori introiti per lo Stato; critiche, inoltre, sull'individuazione delle priorità da parte del Governo. Un esponente di NPR ha suggerito di prendere in considerazione una redistribuzione della maggiorazione dell'imposta. Dalle fila di Libera alcune considerazioni; partendo dalla scelta di non fare la riforma fiscale “che doveva redistribuire in maniera più equa le risorse”. In generale è stato chiesto quanto costi, allo Stato, questo intervento; e quali benefici possano derivarne.