Il Consiglio crede nello sviluppo della sua emittente di Stato. Si può riassumere così il dibattito che ha visto tutta l'Aula criticare la strada percorsa dal Presidente di Rtv che ha divulgato un dossier mai discusso negli organismi interni e che ha visto gran parte dell'opposizione, insieme a qualche consigliere di maggioranza, contestare l'abbandono della Commissione esteri da parte del Presidente del Collegio sindacale. Sono convinta, sottolinea il Segretario alle telecomunicazioni Antonella Mularoni, che la preoccupazione di tutti sia che l'emittente stia sul mercato con uno spending internazionale. Non possiamo dimenticare, sottolinea, la preoccupante situazione di bilancio ereditata dalla precedente direzione, venuta alla luce solo dopo diverso tempo. Adesso è seriamente raggiungibile entro la fine dell'anno, l'obiettivo del pareggio di bilancio. Crediamo nello sviluppo di Rtv, aggiunge, e vanno fatti tutti gli sforzi perché la nostra emittente possa raggiungere un livello di eccellenza. Tutti, racconta Antonella Mularoni, hanno preso le distanze dal Presidente di Rtv: Assemblea dei soci, Consiglio d'Amministrazione e l'intero collegio sindacale. E Marcucci, con atto di assoluta coerenza, ha rassegnato le sue dimissioni. In questa diatriba la parte danneggiata è l'azienda, commenta il segretario della Dc. Insufficiente, per Ivan Foschi di Sinistra Unita, il riferimento del Segretario alle telecomunicazioni. Emerge una gestione sicuramente non collaborativa con consiglieri che ostacolavano l'operato del presidente. Durissimo il socialista Paolo Crescentini che vede dietro quanto è accaduto i “consigli sbagliati di chi in quest'Aula non siede più e vuole affossare tutto e tutti”. Luca Marcucci deve chiedere scusa ai dipendenti della San Marino Rtv e a quest'Aula, commenta Marco Podeschi dell'Upr. E deve chiedere scusa anche il presidente del Collegio sindacale, aggiunge Podeschi. “Ascoli ci ha detto di stare attenti a non fare troppo chiasso perché da Roma potrebbero non arrivare più i 3 milioni di euro”, afferma Luca Lazzari. Sbagliata la forma adottata dal Presidente, conferma Andrea Zafferani di Civico 10 ma nella sostanza non abbiamo ricevuto risposte. Per Matteo Zeppa di Rete dietro gli attacchi ci sono “vecchie alleanze e vecchi dg”.“Augusto Casali portò a San Marino il precedente direttore generale, colei che fece un buco enorme”. Aberrante, aggiunge, quanto accaduto in Commissione esteri. “Ascoli ha mandato a quel paese le istituzioni. Deve porgere le sue scuse. Non accetto i comunicati deliranti dove scimmiotta ancora una volta San Marino”. Il presidente nella sua attività non ha mai sollevato dubbi sulla gestione di Rtv, ricorda il Segretario all'informazione Iro Belluzzi. Abbiamo superato un danno di cui facciamo fatica a renderci conto. Facciamone tesoro e cerchiamo di smorzare i toni. Denise Bronzetti invita cda e il governo a non ritenere chiusa la vicenda. “Altrimenti , dice, Marcucci va denunciato se affermate che prima ha dichiarato il falso e poi ha ritrattato”. Matteo Fiorini ricorda il ruolo svolto con Carlo Romeo per uscire dall'emergenza in cui si trovava la San Marino Rtv. “E' venuto ad aiutare, a collaborare, a mettere a disposizione la sua professionalità e la sua rete di rapporti”. La presenza di Carlo Romeo è una risorsa per questo Paese, sottolinea, ricordando l'accordo “storico” con Rai pubblicità. Se non sosteniamo la nostra emittente e i suoi dipendenti ci facciamo del male, commenta il capogruppo socialista Paride Andreoli. La questione è chiusa perché Marcucci ha firmato quei bilanci, commenta Stefano Macina del psd. Il piano di risanamento messo in atto da Rtv deve trovare sostegno e incentivi da parte della politica. Questo Parlamento crede nell'emittente di Stato e l'azione del direttore deve trovare sostegno nella politica. Chiude il dibattito il capogruppo della dc Luigi Mazza. Molte delle perdite della gestione di Carmen Lasorella dipendono da una scelta errata: aveva completamente sbagliato il piano aziendale. L'attuale direttore sta riposizionando l'Azienda e valorizzando il personale. Il Presidente ha fatto un errore in buona fede, aggiunge. Ha rilevato elementi gestionali che andavano esaminati all'interno di Rtv e ha sollevato dubbi sulle scelte di direzione politica che andavano chiarite in sedi diverse. C'è tanto da fare per lo sviluppo della tv, conclude. Non perdiamo altro tempo.
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