Cresce l'attesa dell'incontro fra CCR e Banca Centrale dopo gli ultimi scambi a distanza. Il clima è incandescente nonostante la disponibilità al dialogo più volte ribadita dalle parti. All'orizzonte si affaccia la proposta di un Consiglio straordinario su cui la politica si divide, anche all'interno della stessa coalizione. I primi a chiederlo erano stati Rete e San Marino Insieme che auspicavano – scrivono oggi in una nota – che i Capitani Reggenti nel loro ruolo di garanti delle istituzioni accogliessero la richiesta. Adesso.sm la definisce 'stravagante', mentre la Dc ha appoggiato l'idea il giorno della pubblicazione delle famose mail di Banca Centrale. Rete e San Marino Insieme storcono però il naso, ritenendo che Via delle Scalette stia usando il Consiglio d'Urgenza per fare pressione nella partita contro Banca Centrale, volendo risolvere la questione nel segreto delle stanze del CCR, così da tenere nascoste le sue molte responsabilità. Si affianca al Pdcs il Partito Socialista, che non nasconde la sua preoccupazione. La costante divulgazione interna di notizie false oppure confidenziali e la pubblicazione di stralci di documenti e mail personali fra alti rappresentanti istituzionali sul sito di Banca Centrale – scrive - sta provocando costi di reputazione ed economici. Il Ps non accetta che la centrale rischi non sia ancora operativa. Se oggi fosse stata in funzione – fa notare - avrebbe già fotografato in maniera molto chiara lo stato di salute di tutti i crediti. Chiede quindi di conoscere le reali ragioni del ritardo e critica la coalizione Adesso.sm per l'incondizionata fiducia non al paese ma alle singole persone a prescindere da azioni e risultati. Per questo – conclude – il partito difenderà la Repubblica nelle sedi istituzionali più opportune. Sulla sede del confronto si dissocia invece il Psd che vuole ricercare altre forme di dialogo, da concordarsi con Segreteria Finanze e forze politiche, con il possibile coinvolgimento dei vertici di BCSM. La posizione di via Rovellino è chiara: non vuole che le problematiche del sistema e i rapporti istituzionali tra Banca Centrale e altri organi dello stato diventino elementi di lotta demagogica in periodo della campagna elettorale. Siamo convinti – scrive - che le decisioni sulla risoluzione dei problemi non possano essere prese a Consiglio Grande e Generale sciolto e Governo in ordinaria amministrazione. Per questo – conclude - è importante che Banca Centrale non definisca percorsi che portino i prossimi Consiglio ed Esecutivo davanti a scelte già compiute. Intanto i dipendenti di Bcsm si preparano allo sciopero. Incroceranno le braccia martedì mattina, solidali con il collega Giuliano Battistini, licenziato in tronco alcuni giorni fa. Sciopero che Democrazia in Movimento taccia come parte del conflitto - così come la lettera inviata da Grais a Capicchioni e successivamente pubblicata - e che nulla ha a che fare col contratto di lavoro.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
Riproduzione riservata ©