"Di illegale, mi sia consentita la provocazione, c'e' soltanto la brutta eredita' che hanno lasciato ai sammarinesi i governi precedenti": cosi' replica il Segretario alle Finanze e al Bilancio della Repubblica San Marino, Simone Celli, raggiunto a Washington dall'agenzia Dire, dove sta partecipando all'assemblea primaverile del Fondo monetario internazionale, agli ultimi attacchi rivolti a governo e Banca centrale, provenienti in particolare dal primo partito all'opposizione, il Pdcs. Pochi giorni fa i democristiani hanno consegnato alla Reggenza un dossier in cui avanzano l'ipotesi di un possibile "golpe finanziario" e in cui rilevano persino "nessi anomali tra Fmi e Bcsm", reso pubblico mercoledi' sera, nel corso della serata organizzata con Psd e Ps. E proprio in chiusura di quell'incontro pubblico e' arrivato l'affondo di Pasquale Valentini, ex segretario di Stato oggi consigliere, che ha puntato il dito contro governo e Bcsm su presunte illegalita' con cui si sarebbero mossi. A certe dichiarazioni di Valentini, fatte "a nome della coalizione sconfitta alle ultime elezioni del Titano- prosegue Celli- sarebbe piu' decoroso il silenzio". Al contrario, "invece di accusare governo e Banca centrale- manda a dire- sarebbe il caso che i responsabili del disastro economico del nostro sistema finanziario pensassero a come difendersi e chiedessero scusa ai nostri concittadini, che sanno benissimo come stanno le cose e ci chiedono soltanto di porvi rimedio". Infatti, "i tempi della gestione allegra sono finiti- mette in chiaro l'attuale inquilino di Palazzo Begni- governo e Banca centrale, in totale trasparenza e legalita', stanno facendo quello che il Fondo monetario raccomandava dal 2013 e che Valentini e i suoi colleghi hanno accuratamente evitato di fare, chissa' perche'". Ovvero "mettere in sicurezza le nostre banche- continua Celli- tutelando i posti di lavoro e l'avvenire dei sammarinesi, i depositanti e la reputazione del Paese". E ancora: "Il gioco delle tre carte- conclude Celli. purtroppo per Valentini e i suoi compadres, e' finito ed e' finito male".
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