“Si è persa un’occasione per far condividere ed accettare da tutti i cittadini le riforme istituzionali, ossia le leggi fondamentali del nostro ordinamento. Non capiamo la soddisfazione dei partiti di maggioranza”. Il Comitato promotore esprime delusione per la sentenza del Collegio dei Garanti, che ha definito inammissibili i cinque referendum confermativi, nonostante apprezzi la sollecitudine con cui i saggi si siano espressi. “Durante l’udienza – ricorda Alberto Selva – il presidente del Collegio ci aveva espressamente chiesto se volessimo considerare i nostri quesiti come un unico pacchetto, e la risposta non poteva che essere positiva. Nella stessa sentenza i Garanti hanno poi scoraggiato eventuali nuovi tentativi di ripresentare i referendum sulle sole leggi qualificate: sarebbero a loro volta bocciati, poiché facenti parte di un’unica catena normativa”. “I partiti hanno definito la nostra iniziativa leggera e superficiale – si lamenta Massimo Cenci – senza contare che dalla nostra c’era anche l’avvocato Renzo Bonelli, uno dei padri fondatori della Carta dei Diritti del ’74, assieme a Leo Marino Dominici. Noi volevamo due cose: informare i sammarinesi e dar loro modo di esprimersi sulle riforme”. “Soprattutto – rincara Lorenzo Bertozzi – siamo molto delusi del fatto che i Garanti abbiano sancito che il legislatore del 2002 abbia implicitamente eliminato un pezzo di democrazia, togliendo ai cittadini di affermare la loro opinione. Ecco perché non capiamo la soddisfazione dei segretari politici di Psd e Dc, ed anzi la loro presa di posizione ci indigna”. “Ed anche il Segretario Lonfernini – conclude Selva – lamentandosi del presunto abuso dei referendum, dimostra di non avere dimestichezza con gli istituti di democrazia diretta”.
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