Rete contesta l'iter di nomina di Fabio Berardi a capo della protezione civile. E l'Esecutivo replica dicendo: Rete si riferisce a una norma superata. Il governo, accusa il movimento, ha adottato una scorciatoia, perchè questa nomina spetta al Consiglio Grande e Generale. Il rinnovo triennale dell'incarico, prosegue Rete, genera l'ennesimo meccanismo a cascata che pare garantire solo alcune persone a discapito di altre. Infine, ma non meno importante precisa Rete, la questione dell'incompatibilità. La legge sulla dirigenza stabile chiaramente che l'incarico di dirigente nominato dall'Aula, è incompatibile con quello di membro del Consiglio. Rete ha preso come riferimento una norma superata, replica la Segreteria al territorio. La legge di bilancio attribuisce al governo la nomina del capo del servizio di protezione civile e anche la legge di riforma della pa richiama, a sua volta, la stessa finanziaria. Il Congresso di Stato ha adottato un regolare bando di selezione interno alla pa a cui si sono iscritti 9 candidati. La commissione ha dichiarato vincitore Fabio Berardi in base al punteggio dei vari parametri e della prova sostenuta. Quindi, conclude la nota, il governo non ha assolutamente disatteso le norme vigenti, operando nel pieno rispetto della legalità e della trasparenza.
Riproduzione riservata ©