E' una partita del tutto aperta quella che riguarda l'eventuale recupero dei milioni di euro versati dal gruppo Delta all'Agenzia delle Entrate e oggi, di fatto, dichiarati ingiustificati dopo l'assoluzione dei vertici Delta e Cassa dall'accusa di evasione fiscale. Si tratta di quasi 61 milioni di euro pagati dagli allora commissari del gruppo Delta per chiudere la vertenza aperta dal fisco italiano che contestava una serie di detrazioni considerandole illecite. Una decina di giorni fa i giudici bolognesi si sono pronunciati ritenendo invece corretto l'operato di Delta e di Cassa di Risparmio, giudicando quei denari certi e quindi deducibili. Una sentenza che, almeno sul fronte fiscale, ribalta tutto e apre un nuovo capitolo, questa volta per la restituzione di quella somma, tutt'altro che trascurabile versata a suo tempo. Secondo indiscrezioni i diretti interessati si sarebbero già mossi per dare corso ad un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate, sulla scorta non solo della recente sentenza bolognese, ma anche del parere di illustri fiscalisti. Questione di cui è stato tempestivamente informato anche il socio di riferimento, dunque l'Eccellentissima Camera e, di conseguenza, il Governo. Come possa andare a finire è difficile prevederlo, ma la partita si annuncia sicuramente complicata. C'è da immaginare che il fisco italiano tenti in ogni modo di trattenere una cifra simile e che affili le armi legali per contestare la richiesta di restituzione. Ma forse una riflessione va fatta su quello che accadde nell'estate del 2009, quando i commissari incaricati da Banca d'Italia, Bruno Inzitari, Enzo Ortolan e Antonio Taverna, insediati il 28 maggio, decisero di aderire alla richiesta del fisco italiano e accettarono di versare subito la cifra in questione. Perchè tanta fretta? Le controversie dei contribuenti con l'Agenzia delle Entrate, solitamente, si protraggono per anni, e il pagamento avviene solo quando non si manifestano più margini di trattativa. In questo caso il negoziato, se di negoziato si può parlare, è sembrato particolarmente celere. Magari, aspettando, si sarebbe potuto evitare di pagare l'intera somma, chissà? Di fatto oggi la strada del recupero appare decisamente in salita, anche perchè, nell'occasione del versamento dei 61 milioni di euro, si e transato, ovvero si è deciso di comporre la vertenza, di chiudere la questione, e riaprirla sarà sicuramente molto complicato.
SB
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