E’ stata l’ultima seduta del Congresso di Stato, la prima dopo la consultazione del 4 giugno e l’ultima in assoluto di legislatura. Finita la tornata elettorale il Governo non era infatti più tornato a riunirsi: nessuna delibera da adottare, nessun atto se non quelli di ordinaria amministrazione che competono a ciascuna Segreteria di Stato. Questa mattina la consegna della lettera di dimissioni nelle mani della Reggenza, così come prevedono le norme. Una delibera di accoglimento delle dimissioni in blocco degli 8 Segretari di Stato arrivata al termine di una riunione caratterizzata da decisioni di scarsa portata politica, come la presa d’atto di qualche pensionamento o la nomina di una commissione di concorso. Ma il governo Straordinario chiude la sua esperienza con una orientamento piuttosto forte, apparso negli ultimi tempi pressoché obbligata: la revoca dell’incarico diplomatico a Pier Luigi Vitalini, stretto collaboratore di Vittorio Emanuele, protagonista delle intercettazioni telefoniche che hanno portato in carcere il principe e indicato dagli inquirenti come il punto di contatto di Casa Savoia per il deposito su un conto corrente sammarinese dei tre milioni di euro. Vitalini era consigliere della Repubblica di San Marino presso l’Unesco, fin dal 26 giugno del 1989. Era il decano della delegazione sammarinese all’Unesco, considerato che la sua nomina era antecedente a quella di tutti gli altri componenti. Stando alle indicazioni emerse il Governo sembra orientato a revocare il mandato, manca ancora l’atto ufficiale che, probabilmente, potrà essere adottato nei prossimi giorni.
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