Il dibattito sui rapporti con Mario Scaramella, l’ex consulente della commissione Mitrokhin, si celebra a San Marino nello stesso giorno in cui l’uomo che pranzò al sushi bar di Londra con la spia Litvinienko, viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Bologna, per l'ipotesi di reato di false informazioni al Pubblico Ministero, nell’inchiesta della presunta valigetta contenente barre di uranio che sarebbero transitate tra Rimini e San Marino.
E’ il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Valeria Ciavatta, a ripercorrere i passaggi di Scaramella a San Marino, i suoi incontri, i rapporti con esponenti della politica sammarinese. Una ricostruzione dettagliata, fatta grazie alle indagini della Gendarmeria, dove si evidenzia che gli incontri in territorio ci sono stati, a partire dal gennaio 2005.
In gennaio, Scaramella incontra a San Marino l’ex comandante della Gendarmeria, il colonnello Marcello Biagioli. Poi il primo giugno dello stesso anno rivede Biagioli, e successivamente, questa volta al Grand Hotel, il consigliere Gabriele Gatti e il capogruppo democristiano, Claudio Podeschi. Sono gli stessi interessati ad ammetterlo in aula. Le due famigerate delibere, mai ratificate, per l’incarico di consulenza a Scaramella portano la data del novembre 2004.
Il segretario Berardi spiega come si sia arrivati a quella decisione e come si sia deciso di annullarle, ricevute le informazioni sul personaggio. "Informato della cosa – dichiara l’allora Segretario agli esteri – Scaramella ebbe una reazione scomposta e di questo informai anche il comandante Zechini".
E’ il Segretario Stolfi, che già aveva confermato l’incontro di Miramare del novembre scorso, a chiarire alcuni aspetti: "Sono stato chiamato da Scaramella – dichiara – in ottobre e mi parlò dell’annunciata querela del Congresso di Stato al Senatore Guzzanti, definendola inopportuna. Poi – aggiunge Stolfi – sostenne che gli attacchi a San Marino sarebbero continuati se non ci fosse stato un riavvicinamento con la Democrazia Cristiana. A Miramare – prosegue Stolfi – Scaramella mi invita per incontrare i dirigenti democristiani. Sono andato, dopo aver informato il comandante della Gendarmeria, Zechini".
Di quell’incontro parla subito dopo Gatti, rivelando la presenza anche del Segretario democristiano, Pier Marino Menicucci e del capogruppo Claudio Podeschi. Aggiunge qualche particolare lo stesso Podeschi, che all’aula comunica di aver conosciuto Scaramella a Roma, al Senato, dietro presentazione del coordinatore del gruppo di Forza Italia, Paolo Spinacci, e spiega di un incontro a San Marino con Scaramella, Menicucci e l’allora segretario Mularoni, alla presenza del professor Giuseppe Roberti, prima delle delibere in questione.
"Ho fatto presente in quell’occasione – spiega più tardi Pier Marino Mularoni – che l’incarico richiesto di responsabile della sicurezza, non poteva essergli riconosciuta". Pesanti le domande che pone Mularoni: se Scaramella abbia o meno contribuito a cambiare gli eventi, se abbia avuto un ruolo nella politica interna, nelle questioni dei singoli partiti, se ci sono state trame segrete. "Dagli interventi di oggi – dichiara - questa chiarezza non c’è stata".
Forti anche i toni del firmatario dell’interpellanza che ha generato il dibattito, Cesare Gasperoni: "Perché – ha chiesto – i dirigenti del mio partito non hanno dato risposte negli organismi interni, quando gli è stato chiesto direttamente? Perché solo oggi, in Consiglio, ammettono di aver avuto rapporti con Scaramella? Ci sono connessioni con la commissione d’inchiesta, sulla vicenda Guzzanti? Dubbi – afferma – che restano".
Dubbi che solleva anche il segretario all’industria Tito Masi, che chiede risposte alle affermazioni di Rosa Zafferani che qualche settimana fa dichiarò che la lettera della Trillium Gaming, prodotta da Gatti in aula e oggetto di Commissione d’inchiesta, fu inviata proprio da Mario Scaramella.
Lungo l’elenco degli interventi: ben 34 gli iscritti a parlare.
E’ il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Valeria Ciavatta, a ripercorrere i passaggi di Scaramella a San Marino, i suoi incontri, i rapporti con esponenti della politica sammarinese. Una ricostruzione dettagliata, fatta grazie alle indagini della Gendarmeria, dove si evidenzia che gli incontri in territorio ci sono stati, a partire dal gennaio 2005.
In gennaio, Scaramella incontra a San Marino l’ex comandante della Gendarmeria, il colonnello Marcello Biagioli. Poi il primo giugno dello stesso anno rivede Biagioli, e successivamente, questa volta al Grand Hotel, il consigliere Gabriele Gatti e il capogruppo democristiano, Claudio Podeschi. Sono gli stessi interessati ad ammetterlo in aula. Le due famigerate delibere, mai ratificate, per l’incarico di consulenza a Scaramella portano la data del novembre 2004.
Il segretario Berardi spiega come si sia arrivati a quella decisione e come si sia deciso di annullarle, ricevute le informazioni sul personaggio. "Informato della cosa – dichiara l’allora Segretario agli esteri – Scaramella ebbe una reazione scomposta e di questo informai anche il comandante Zechini".
E’ il Segretario Stolfi, che già aveva confermato l’incontro di Miramare del novembre scorso, a chiarire alcuni aspetti: "Sono stato chiamato da Scaramella – dichiara – in ottobre e mi parlò dell’annunciata querela del Congresso di Stato al Senatore Guzzanti, definendola inopportuna. Poi – aggiunge Stolfi – sostenne che gli attacchi a San Marino sarebbero continuati se non ci fosse stato un riavvicinamento con la Democrazia Cristiana. A Miramare – prosegue Stolfi – Scaramella mi invita per incontrare i dirigenti democristiani. Sono andato, dopo aver informato il comandante della Gendarmeria, Zechini".
Di quell’incontro parla subito dopo Gatti, rivelando la presenza anche del Segretario democristiano, Pier Marino Menicucci e del capogruppo Claudio Podeschi. Aggiunge qualche particolare lo stesso Podeschi, che all’aula comunica di aver conosciuto Scaramella a Roma, al Senato, dietro presentazione del coordinatore del gruppo di Forza Italia, Paolo Spinacci, e spiega di un incontro a San Marino con Scaramella, Menicucci e l’allora segretario Mularoni, alla presenza del professor Giuseppe Roberti, prima delle delibere in questione.
"Ho fatto presente in quell’occasione – spiega più tardi Pier Marino Mularoni – che l’incarico richiesto di responsabile della sicurezza, non poteva essergli riconosciuta". Pesanti le domande che pone Mularoni: se Scaramella abbia o meno contribuito a cambiare gli eventi, se abbia avuto un ruolo nella politica interna, nelle questioni dei singoli partiti, se ci sono state trame segrete. "Dagli interventi di oggi – dichiara - questa chiarezza non c’è stata".
Forti anche i toni del firmatario dell’interpellanza che ha generato il dibattito, Cesare Gasperoni: "Perché – ha chiesto – i dirigenti del mio partito non hanno dato risposte negli organismi interni, quando gli è stato chiesto direttamente? Perché solo oggi, in Consiglio, ammettono di aver avuto rapporti con Scaramella? Ci sono connessioni con la commissione d’inchiesta, sulla vicenda Guzzanti? Dubbi – afferma – che restano".
Dubbi che solleva anche il segretario all’industria Tito Masi, che chiede risposte alle affermazioni di Rosa Zafferani che qualche settimana fa dichiarò che la lettera della Trillium Gaming, prodotta da Gatti in aula e oggetto di Commissione d’inchiesta, fu inviata proprio da Mario Scaramella.
Lungo l’elenco degli interventi: ben 34 gli iscritti a parlare.
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