E’ un coro di voci. Tutte le categorie economiche condividono lo stesso pensiero: la definizione di una data per la firma con l’Italia è un risultato atteso ed importante, ma deve anche essere l’inizio di un percorso virtuoso che porti all’uscita dalla black list. Pio Ugolini, dell’Unas, guarda con estrema attenzione all’operatività delle aziende. “Vogliamo che tornino a lavorare a pieno regime fuori territorio”, dice. Le complicazioni commerciali avevano infatti reso meno appetibile per le imprese italiane collaborare con quelle sammarinesi. La firma è un punto di partenza anche per l’Usot. Il turismo si è sempre mosso a prescindere dai rapporti bilaterali. E’ chiaro, però, che il comparto ne ha comunque risentito. Si pensi al turismo commerciale e alle richieste di fattura a fine mese. Filippo Bronzetti vede finalmente la luce in fondo al tunnel e guarda già oltre: alla ratifica che verrà dopo, all’uscita dalla black list, a nuovi progetti d’investimento. L’Usot spera di vedere risolta anche la questione frontalieri, una disparità ingiustificabile – dice – che ha portato ad una contrazione dei consumi. Per Carlo Lonfernini dell’Usc occorre recuperare tutto ciò che il paese ha perso per effetto di quello che definisce una sorta di embargo. E Paneuropa San Marino durante il 17° Corso dell’Università d’Estate a Roma lancia un appello: ora riprendiamoci la nostra centralità! Noi Paneuropei – dice Adolfo Morganti – scommettiamo sulla capacità dei piccoli Stati di reagire alla crisi e di comprendere i nodi della nuova realtà.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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