Gli input politici per la trasparenza erano molto chiari. Qualcuno li ha volutamente ignorati. E non vorremmo che analoghi ritardi si registrassero in altri fascicoli. Il governo chiede chiarezza dopo l’ordinanza del giudice David Brunelli che parla di “ingiustificata inerzia nelle indagini”, rispetto alla vicenda che vide l’imprenditore anconetano Claudio Vitalucci sporgere denuncia per minacce, nei confronti di Riccardo Ricciardi e Bruno Platone, i due guardaspalle di Marco Bianchini. Mentre a Rimini scattano le indagini poi confluite nell’inchiesta “Criminal minds” che ha visto l’arresto di Bianchini, a San Marino – 8 mesi dopo l’apertura del fascicolo - l’incarico passa alla Gendarmeria. Ma ancora, dopo 8 mesi, tutto è ancora impantanato. Alla fine il giudice Marsili dispone l’archiviazione degli atti. Insomma l’inchiesta “Criminal Minds” poteva partire da San Marino ma così non è stato. Dietro a questa vicenda, commenta l’Esecutivo, aleggiano situazioni legate alla Cio, ai Vallefuoco e ad altro. E lo sguardo è rivolto soprattutto alla gendarmeria. Il governo dice che verso il corpo permane una sostanziale fiducia ma parla anche di gendarmi che hanno viaggiato e viaggiano su binari diversi dagli interessi del Paese.
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