L’imprenditore marchigiano Claudio Vitalucci sostiene di essere stato minacciato, il 29 giugno 2010, da Claudio Ricciardi e Bruno Platone – entrambi guardiaspalle di Marco Bianchini -. Afferma che l’han fatto sporgere con la forza da una finestra del quarto piano dell’Admiral point di Dogana. Un’intimidazione: stai attento, altrimenti finisci di sotto. Vitalucci presenta subito denuncia al Tribunale di San Marino e a Rimini. A Rimini partono le indagini scaturite nell’operazione Criminal Minds. A San Marino dopo un primo intervento della gendarmeria – che avrebbe sentito anche un testimone – si ferma tutto. Il fascicolo di indagine viene assegnato al commissario della Legge Marsili che il 25 ottobre 2011 archivia. Ma Vitalucci non ci sta e impugna il decreto di archiviazione. Il 9 gennaio 2012 il giudice d’appello David Brunelli gli da ragione e fa riaprire l’istruttoria che viene assegnata al Commissario della Legge Laura di Bona. Nell’ordinanza Brunelli non chiede di appurare solo le circostanze della presunta minaccia privata. Rileva infatti anche “ l’ inerzia degli organi preposti alle indagini, del tutto ingiustificata e inaccettabile in un sistema in cui l’azione penale è obbligatoria”. La delega del giudice Marsili alla gendarmeria per effettuare le indagini sarebbe stata assegnata 8 mesi dopo i fatti dell’Admiral point e dopo altri 8 mesi di indagini da parte della gendarmeria, non ci sarebbe stata alcuna risposta. Delicatissimo quindi il fascicolo finito sul tavolo del Commissario Laura di Bona che dovrà quindi accertare anche le ragioni dei ritardi nelle indagini da parte del collega Marsili e della Gendarmeria. Dopo una consultazione informale sulla vicenda del segretario di stato alla Giustizia con la Reggenza è stato deciso di anticipare a lunedì la riunione del Congresso di Stato
Luca Salvatori
Luca Salvatori
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