I lavori sono ripresi dal comma 2 dell'Ordine del Giorno; ovvero le dimissioni di Giacomo Volpinari da membro del Consiglio Direttivo di Banca Centrale, e la sua sostituzione. Molto articolate le riflessioni contenute nella lettera di dimissioni, che arrivano dopo 4 anni di mandato. Volpinari sottolinea come siano necessarie analisi concrete, alla luce degli accadimenti degli ultimi anni riguardanti Via del Voltone. Parla di costanti tensioni; di distorsioni, riportate dalle cronache; di oggettivi problemi strutturali. A suo avviso il sistema dovrebbe essere rivisto, per definire pesi e contrappesi. Volpinari esprime rammarico per la scelta compiuta, e sottolinea il proprio costante impegno nell'organismo. Ma non è stato raggiunto il risultato, osserva. E parla di dinamiche che lo avrebbero indotto a comprendere di non poter più svolgere il proprio ruolo con serenità.
Per l'indicazione di un nome in sua sostituzione è stata quindi interpellata RETE; che ha chiesto tuttavia di soprassedere. In questo momento è importante per noi vedere se vi è possibilità di ricomporre queste diversità di vedute, ha spiegato Emanuele Santi.
A seguire l'intervento del Segretario di Stato alle Finanze, che ha sottolineato come questa vicenda meriti una riflessione. Si è poi soffermato sulla necessità di una revisione dello Statuto di BCSM, che risale al 2005. Un passaggio da studiare in modo approfondito – ha detto Gatti -, vista la l'importanza di contemperare la dovuta osservanza delle linee di indirizzo internazionali alle esigenze di politica economica del Paese. “Le criticità evidenziate da Volpinari nella lettera sono “molto gravi” e hanno “radici profonde”, ha dichiarato Stefano Giulianelli, PDCS. Giudizi che “non possono essere ignorati”.
Non è mancato un sentito ringraziamento per l'opera svolta da Volpinari; auspicata l'implementazione di un gruppo di lavoro misto per una riforma degli assetti di Banca Centrale. Luca Boschi, Libera, ha definito le dimissioni un “evento politico molto rilevante”. Questa Maggioranza sulle questioni che hanno riguardato l'organismo di vigilanza è sempre stata molto compatta; adesso Volpinari pone “qualche domanda” a tutta la politica sammarinese. Necessaria chiarezza, ad avviso di Boschi, su alcuni punti: da presunti contrasti tra Carisp e BCSM, all'eventuale perseguimento degli obiettivi posti a Banca Centrale. A seguire l'intervento di Nicola Renzi, che ha innanzitutto ricordato come RF nella scorsa legislatura si fosse opposta alla nomina di Volpinari. “Mi sembra che l'Aula si stia facendo particolarmente parte in causa e finalmente voglia esercitare il suo ruolo”. Da queste dimissioni sembra emergere un progressivo sfaldamento del Consiglio Direttivo, ad avviso di Renzi; che vede nella lettera alcune conferme di ciò che era stato scritto nella Commissione d'inchiesta.
E poi una domanda retorica: BCSM è mai stata in grado di prevenire una crisi bancaria? La questione merita un “doveroso approfondimento” sulle reali motivazioni della scelta, ha detto Rossano Fabbri, Gruppo Misto; ad avviso del quale il contenuto della lettera sembrerebbe lasciare aperti “mille scenari”. Giuseppe Maria Morganti, Libera, ha esordito parlando della necessaria collaborazione con il sistema bancario europeo, alla luce del percorso verso l'accordo di associazione. “Delicatissimo”, allora, il tema della vigilanza bancaria. Queste dimissioni – a suo avviso - mettono in evidenza una “frattura profonda” nell'ambito della Maggioranza. Paolo Rondelli, RETE, ha sottolineato la professionalità di Volpinari; ritenendo vadano “scongiurate” le sue dimissioni. Non possiamo esimerci dal ragionare sui messaggi che manda. La politica deve fare la politica e non “l'amministrazione bancaria”. Iro Belluzzi, Indipendente di Libera, ha posto l'accento sui “disastri” che hanno colpito il sistema bancario. E ha stigmatizzato la volontà della politica di “mettere lo zampino” nell'azione di Banca Centrale.
Alessandro Mancini, NPR, ha ricordato il lavoro delle Commissioni d'Inchiesta, i procedimenti penali in corso. Giusto riflettere sulla nuova mission di BCSM, anche alla luce del percorso europeo. Ma ha sottolineato come la fase dell'emergenza sia terminata; “c'è fiducia”, oggi la politica deve interrogarsi sul futuro. Carlotta Andruccioli, DML, ha sollecitato un approfondimento. Se delle criticità ancora persistono allora è opportuno fare valutazioni, vista la valenza strategica dell'organismo. Alessandro Bevitori, Libera, ha ringraziato Volpinari; ricordando comunque come Libera non abbia alcun riferimento all'interno del ConDir. Sollecitata una convocazione di Volpinari - e dell'intero Consiglio Direttivo -, in Commissione, anche in seduta segreta, visti i contenuti della lettera di dimissioni. “Certe cose non possono cadere nel vuoto”. Annunciata allora la presentazione di un apposito OdG. Secondo Giovanni Zonzini, RETE, le dimissioni di Volpinari non sono la manifestazione di un problema in maggioranza; il problema è insito alle dinamiche interne della governance di Banca Centrale. Vengono dette cose molto gravi, che “non possono essere buttate nel tritacarne della bagarre politica”.
Necessario invece definire in Aula le linee future di Banca Centrale, anche con il coinvolgimento proattivo dell'Opposizione. Dimissioni da non prendere alla leggera, ha osservato Sandra Giardi, Gruppo Misto. Certi appetiti nel Paese non sono stati scongiurati – ha detto -, e queste dimissioni ne sono la prova. Non è più procrastinabile una discussione su queste tematiche. Tenere al proprio status è diverso da tenere al proprio Stato, ha dichiarato Giardi; apprezzando l'operato di Volpinari e facendo un parallelo con la propria scelta politica compiuta un anno fa. Dalla lettera si evince che ci sono problemi su come Banca Centrale deve operare; così Pasquale Valentini, PDCS. Ma non riesco ad evincere quali siano realmente i problemi. E' pericoloso fare un dibattito senza conoscere la natura vera dei problemi.
Ricordate poi le vicissitudini di Banca Centrale, e la creazione, in passato, di una “struttura parallela”. Abbiamo ripreso come se quel trauma non fosse avvenuto. Necessario, ad avviso di Valentini, chiarire cosa voglia il Paese da Banca Centrale. Un comma che crea valutazioni politiche che non possono essere sottaciute, ha dichiarato Matteo Ciacci, Libera. Riflessioni, da parte sua, sulla postura politica di RETE. Credo che l'attuale governance di Banca Centrale abbia avuto il merito di riuscire a gestire una crisi bancaria-finanziaria con un equilibrio mai registrato prima. Non so perché Volpinari dia le dimissioni, ha detto Marco Nicolini; questa lettera non è un buon segnale, spero in un ripensamento. L'esponente di RETE è poi tornato, con parole dure, sulla vicenda CIS; tutto ciò avveniva per l'assenza di controlli, ha osservato. Il danno appare permanente, ha continuato; “c'è chi ha rubato e glielo ha permesso”, ma non mi pare che queste persone siano nell'attuale Banca Centrale.
Gian Matteo Zeppa, ha ricordato di aver presentato personalmente la nomina di Volpinari in Consiglio in qualità di capogruppo di RETE. Le interpretazioni che vengono date alle parole di chi si dimette lasciano il tempo che trovano. Importante invece utilizzare simili spunti per valutare la situazione in modo complessivo, tenendo conto che siamo stati investiti da una “tempesta perfetta”. A tutti l'invito a mettersi in discussione. Denise Bronzetti, Gruppo Misto, ha sottolineato come il dibattito offra spunti di riflessione sul ruolo di Banca Centrale. C'è necessità di intervenire. Non può essere certo la BCSM che gestiva 12 banche e 54 finanziarie. A suo avviso sarebbe dunque opportuno un ridimensionamento. All'interno di Banca Centrale vi sono figure professionali competenti, ma che hanno necessità di essere valorizzate. La lettera “dice molte cose” e “lascia dispiaciuti”, ha detto Michela Pelliccioni, DML; che ha rimarcato la professionalità e l'onestà di Volpinari. Elencati anche gli elementi a suo avviso di criticità di Banca Centrale, riguardo ai quali richiede l'intervento della politica. Dibattito definito “costruttivo” Emanuele Santi, che ha affermato come in passato Banca Centrale non solo non abbia prevenuto, ma addirittura creato crisi. Oggi – ha continuato - la situazione è cambiata, con professionalità che godono della fiducia di tutti. Certe storture non sono più presenti, ma se oggi si sbaglia una nomina non vi sono i necessari pesi e contrappesi per evitare distorsioni. Da qui la necessità di una definizione di linee strategiche da perseguire. Vladimiro Selva, Libera, ha ricordato la parabola del sistema bancario-finanziario; chiedendo attenzione sul tema dell'autonomia di BCSM, e le possibili problematiche. Quando un Potere è discrezionale è decisiva la trasparenza, ma in questo caso non è possibile per statuto.
Quindi la presentazione di un OdG, per sollecitare la convocazione in Commissione – eventualmente anche in seduta segreta - di tutti i membri del Consiglio Direttivo di Banca Centrale, incluso Volpinari. I fatti non sono chiari, ha premesso Francesco Mussoni, PDCS. Ma a prescindere dalla lettera di dimissioni va approfondito – in modo costruttivo - lo statuto di BCSM, alla luce delle esigenze e della visione del Paese. Vanno tenute separate le vicende. Volpinari è un professionista capace, nominato dalla politica per avere una funzione politica in quel contesto: così Grazia Zafferani, Gruppo Misto. L'obiettivo è risolvere le criticità ancora in essere, ha aggiunto. Le modifiche dello statuto di Banca Centrale non sono ancora state fatte. Nella lettera – a suo avviso - si sollecitava un intervento legislativo.
Al termine del dibattito è stato convocato un Ufficio di Presidenza. Alla ripresa dei lavori il Segretario Gatti ha espresso un parere sull'OdG di Libera, auspicando un suo respingimento, vista la necessità di una composizione della vicenda. Ma la lettera del dottor Volpinari non può essere messa in un cassetto, ha tuonato Matteo Ciacci. La vicenda, a suo avviso, va chiarita politicamente. Nel prossimo Consiglio presenteremo un ordine del giorno per discutere di Banca Centrale e del suo statuto, ha annunciato Nicola Renzi; ma questa lettera c'è, non possiamo fingere non esista. L'OdG è stato infine respinto con 34 voti contrari e 13 favorevoli.