Se fino a ieri le polemiche sul rinnovo dell’incarico del Comandante della Gendarmeria Gentili, avvenuto senza prendere in considerazione l’opportunità di un coinvolgimento del Consiglio Grande e Generale e pare neppure dei gruppi di maggioranza, potevano essere smorzate appellandosi alle normative, oggi non è più così. Gli stralci dell’ennesima ordinanza emessa dalla Magistratura pubblicati sui media, che ha come oggetto principale nuovamente il duo Claudio Podeschi e Biljana Baruca, contiene infatti un passaggio devastante sul Comandante della Gendarmeria, al centro di mille polemiche fin dal giorno del suo arrivo in Repubblica. A Gentili vengono addebitate infatti virgolettati gravissimi sia nei confronti della politica, che dei cittadini di questa Repubblica, che del Tribunale e di quelle toghe che la Gendarmeria è chiamata a rispettare e con i quali dovrebbe porsi con spirito di massima collaborazione. E’ bastato poco più di un anno, evidentemente, al Comandante Generale per cambiare così radicalmente idea sul nostro Paese, descritto al suo arrivo come un vero e proprio paradiso terrestre, riprendendo il premiato manifesto degli anni '70/'80 che parlava di un'isola felice.
Resta il fatto che in nessun Paese al mondo è tollerabile che, da parte del Comandante di un Corpo Militare, vengano pronunciate frasi da bar come “nessuno vuole combattere il crimine... quindi sono tutti dei bluff, complici le Segreterie di Governo, il Tribunale. Sono tutti complici”, arrivando a definire i Magistrati alla stregua di pirati o, ancora peggio, di gangster. La pubblicazione di quello stralcio di ordinanza è sicuramente la palese dimostrazione di un grave scontro istituzionale in atto, proprio nel momento in cui la giustizia sammarinese si trova in prima linea nella lotta al sistema corruttivo e al rapporto deviato politica-affari, portando a casa i primi lodevoli risultati. Uno scontro su cui, finora, responsabili politici pavidi o incapaci hanno fatto orecchie da mercante, invece di intervenire con tempestività per eliminare ogni tipo di conflitto fra organismi che hanno il dovere di collaborare. Ma al di là dei dubbi relativi al contesto in cui è avvenuta quella registrazione e alle motivazioni per le quali era stata disposta (assieme ad un'ordinanza che pare centrare poco o nulla con la questione in sé), la mancata smentita di simili espressioni sarebbe sintomo di un’assoluta inadeguatezza nel rivestire il ruolo istituzionale per cui il Generale Gentili è stato appena riconfermato. Inadeguatezza a cui si sommano i risultati praticamente nulli sul versante degli obiettivi posti al momento della nomina, fra cui ci sono la riforma dei Corpi e la realizzazione della Centrale Unica di coordinamento. Attendiamo con fiducia, appurati i fatti, una reazione da parte del Governo e in particolare del Segretario Valentini, confidando che le parole al miele spese fino a ieri sul Comandante della Gendarmeria nonché il metodo a tutela di interessi di parte adottato in questa vicenda, si trasformeranno in una presa di posizione netta a tutela delle tanto bistrattate Istituzioni di questo Paese e nella pretesa di dimissioni immediate.
Comunicato Stampa
Cittadinanza Attiva
Resta il fatto che in nessun Paese al mondo è tollerabile che, da parte del Comandante di un Corpo Militare, vengano pronunciate frasi da bar come “nessuno vuole combattere il crimine... quindi sono tutti dei bluff, complici le Segreterie di Governo, il Tribunale. Sono tutti complici”, arrivando a definire i Magistrati alla stregua di pirati o, ancora peggio, di gangster. La pubblicazione di quello stralcio di ordinanza è sicuramente la palese dimostrazione di un grave scontro istituzionale in atto, proprio nel momento in cui la giustizia sammarinese si trova in prima linea nella lotta al sistema corruttivo e al rapporto deviato politica-affari, portando a casa i primi lodevoli risultati. Uno scontro su cui, finora, responsabili politici pavidi o incapaci hanno fatto orecchie da mercante, invece di intervenire con tempestività per eliminare ogni tipo di conflitto fra organismi che hanno il dovere di collaborare. Ma al di là dei dubbi relativi al contesto in cui è avvenuta quella registrazione e alle motivazioni per le quali era stata disposta (assieme ad un'ordinanza che pare centrare poco o nulla con la questione in sé), la mancata smentita di simili espressioni sarebbe sintomo di un’assoluta inadeguatezza nel rivestire il ruolo istituzionale per cui il Generale Gentili è stato appena riconfermato. Inadeguatezza a cui si sommano i risultati praticamente nulli sul versante degli obiettivi posti al momento della nomina, fra cui ci sono la riforma dei Corpi e la realizzazione della Centrale Unica di coordinamento. Attendiamo con fiducia, appurati i fatti, una reazione da parte del Governo e in particolare del Segretario Valentini, confidando che le parole al miele spese fino a ieri sul Comandante della Gendarmeria nonché il metodo a tutela di interessi di parte adottato in questa vicenda, si trasformeranno in una presa di posizione netta a tutela delle tanto bistrattate Istituzioni di questo Paese e nella pretesa di dimissioni immediate.
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