Quando si mette in campo il muro contro muro, quando le decisioni non vengono prese in maniera trasparente, quando si fa orecchio da mercante alle istanze di chi opera in quel determinato settore, il minimo che possa accadere è la querelle non edificante a cui stiamo assistendo sulla Centrale del Latte.
La costituzione dell'Associazione Cooperativa Agricola "LATTE SAMMARINESE", era l’ultima carta rimasta ai produttori sammarinesi di latte fresco per farsi ascoltare da un esecutivo sordo ad ogni richiesta, e ormai completamente coinvolto nel suo disegno di privatizzazione.?Una privatizzazione di per sé già molto discutibile per una serie di ragioni alle quali avevamo accennato nei nostri precedenti interventi. Su tutte vogliamo ricordare un bilancio di esercizio che, con alcuni accorgimenti gestionali, avrebbe avuto ampio margine di miglioramento, e, non da meno, il fatto che invece di liberare lo Stato di un costo si rischia di produrne uno ulteriore di oltre 600 mila euro all’anno (il costo degli stipendi dei dipendenti, che rimarrebbero tutti in carico alla PA), annullando di fatto la ragione principale per le quali tutte le privatizzazioni vengono effettuate.
Relativamente alle modalità di conduzione della trattativa questa è stata ancor più discutibile, escludendo di fatto tutti i protagonisti che non fossero quelli “cari” alla Segreteria e imbastendo in fretta e furia un concorso pubblico confezionato su misura che ha poi determinato l’attuale presa di posizione degli allevatori sammarinesi.
Il Segretario al Territorio ha subito risposto agli allevatori precisando che lo sfruttamento della zona bianca appartiene alla sola Centrale del Latte. Un’affermazione strana e difficilmente comprensibile, dal momento che solo gli allevatori sammarinesi possono garantire la trasformazione del latte prodotto negli allevamenti a “filiera interna” sammarinese, trattando esclusivamente il latte da loro prodotto.
L’esito degli incontri fra Segreteria ed allevatori, in cui gli stessi hanno minacciato di vendere il loro latte fresco fuori dal territorio della Repubblica, è ancora più preoccupante; in questo modo si creerebbe di fatto la situazione paradossale in cui un caseificio piemontese dovrebbe garantire il latte fresco sammarinese senza produrne un solo litro, mentre i reali produttori sammarinesi sarebbero costretti a vendere il loro latte fuori territorio.
Chiediamo che il Governo faccia prevalere il buonsenso e apra un confronto serio con tutti gli attori interessati, fra cui le opposizioni, poiché – ribadiamo – la Centrale del Latte è un valore per l’intera collettività che non dovrebbe essere ceduto se non dopo un’analisi approfondita sulla gestione passata ed un successivo dibattito per valutare come mantenere inalterati gli obiettivi primari quali la garanzia della tipicità del prodotto, la filiera corta e la salvaguardia di un marchio storico.
Comunicato stampa Cittadinanza Attiva
La costituzione dell'Associazione Cooperativa Agricola "LATTE SAMMARINESE", era l’ultima carta rimasta ai produttori sammarinesi di latte fresco per farsi ascoltare da un esecutivo sordo ad ogni richiesta, e ormai completamente coinvolto nel suo disegno di privatizzazione.?Una privatizzazione di per sé già molto discutibile per una serie di ragioni alle quali avevamo accennato nei nostri precedenti interventi. Su tutte vogliamo ricordare un bilancio di esercizio che, con alcuni accorgimenti gestionali, avrebbe avuto ampio margine di miglioramento, e, non da meno, il fatto che invece di liberare lo Stato di un costo si rischia di produrne uno ulteriore di oltre 600 mila euro all’anno (il costo degli stipendi dei dipendenti, che rimarrebbero tutti in carico alla PA), annullando di fatto la ragione principale per le quali tutte le privatizzazioni vengono effettuate.
Relativamente alle modalità di conduzione della trattativa questa è stata ancor più discutibile, escludendo di fatto tutti i protagonisti che non fossero quelli “cari” alla Segreteria e imbastendo in fretta e furia un concorso pubblico confezionato su misura che ha poi determinato l’attuale presa di posizione degli allevatori sammarinesi.
Il Segretario al Territorio ha subito risposto agli allevatori precisando che lo sfruttamento della zona bianca appartiene alla sola Centrale del Latte. Un’affermazione strana e difficilmente comprensibile, dal momento che solo gli allevatori sammarinesi possono garantire la trasformazione del latte prodotto negli allevamenti a “filiera interna” sammarinese, trattando esclusivamente il latte da loro prodotto.
L’esito degli incontri fra Segreteria ed allevatori, in cui gli stessi hanno minacciato di vendere il loro latte fresco fuori dal territorio della Repubblica, è ancora più preoccupante; in questo modo si creerebbe di fatto la situazione paradossale in cui un caseificio piemontese dovrebbe garantire il latte fresco sammarinese senza produrne un solo litro, mentre i reali produttori sammarinesi sarebbero costretti a vendere il loro latte fuori territorio.
Chiediamo che il Governo faccia prevalere il buonsenso e apra un confronto serio con tutti gli attori interessati, fra cui le opposizioni, poiché – ribadiamo – la Centrale del Latte è un valore per l’intera collettività che non dovrebbe essere ceduto se non dopo un’analisi approfondita sulla gestione passata ed un successivo dibattito per valutare come mantenere inalterati gli obiettivi primari quali la garanzia della tipicità del prodotto, la filiera corta e la salvaguardia di un marchio storico.
Comunicato stampa Cittadinanza Attiva
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