Il numero delle commissioni consiliari permanenti potrebbe scendere da 5 a 3. L’ipotesi, di questo al momento si tratta, arriva dalla maggioranza, preoccupata in particolare dai numeri. Considerato, infatti, che i quindici consiglieri che compongono ogni Commissione sono nominati in forma proporzionale tra i gruppi consiliari e le liste rappresentate in Consiglio, il rischio per la coalizione è quello di non poter contare sulla maggioranza e quindi di non poterle governare. Di qui la volontà di rivederle accorpando le deleghe e procedendo ad una nuova ripartizione che assicuri rappresentanza e governabilità. Una eventualità che dovrebbe però vedere l’assenso delle forze di opposizione. Non entra nel merito del possibile provvedimento il Segretario della DC, Pier Marino Menucci: 'Lo vedremo a suo tempo – dichiara – ma dal punto di vista politico – aggiunge - questo conferma le nostre preoccupazioni su un governo risicato, una maggioranza debole. I progetti di legge – sottolinea il leader del partito di maggioranza relativa – passano oramai tutti dalla valutazione preventiva delle commissioni. La mancata maggioranza in questi organismi – dichiara – conferma la difficoltà in cui si muove questa coalizione, i limiti del quadro politico. Vedremo – conclude – come intenderanno muoversi'. Possibilista è invece il segretario del Nuovo Partito Socialista, Augusto Casali. 'Certo – dichiara – si dovrà vedere quali proposte intendono presentare, ma una soluzione bisognerà trovarla'. Casali parla di buon senso e della necessità di non vedere bloccata l’attività istituzionale: 'Una via d’uscita va trovata, nell’interesse del Paese che deve essere governato. Sulle scelte perseguibili – aggiunge – ci riserviamo di conoscere le proposte'.
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