Finita la stagione dei veleni inizia quella delle contro denunce. Fiorenzo Stolfi non nasconde la piena soddisfazione per la conclusione della vicenda giudiziaria dei lotti di Valdragone. “Non ho mai avuto dubbi sul risultato, ero tranquillo e sereno per la convinzione che mi derivava dall’essere a posto con la mia coscienza e con le leggi. Ringrazio chi mi ha appoggiato in questi mesi, fuori e dentro il partito”. Poi e’ il momento di togliersi i sassolini dalla scarpa. A iniziare dai 5 consiglieri che hanno dato il via in conferenza stampa a tutta la vicenda. “Una campagna denigratoria e cattiva tesa a ferirmi sul lato politico, morale e umano. Per interesse privato da parte di Romeo Busignani, per interesse politico da parte loro”. Non il nomina, mai, per tutta la durata della conferenza, il capogruppo Pss, perché si sente lontano anni luce dal loro modo di fare politica. “Per me - prosegue Stolfi - la battaglia politica deve restare scontro di idee, i 5 della minoranza hanno cercato tutti i mezzi per attaccarmi, e questo la dice lunga sulle loro qualità politiche e umane. Chi è interessato alla verità dei fatti , una volta avuta notizia di un possibile reato, si rivolge al tribunale, chi invece vuole solo alzare un polverone politico, chiede le commissioni di inchiesta. Ora c’è una sola verità, quella del magistrato. E la fine di questa inchiesta ridà slancio a me, al Pss e al governo, mentre affossa nell’opinione pubblica, la credibilità di coloro che hanno partorito questa vicenda”. In chiusura le azioni legali, con il mandato all’avvocato riminese Alessandro Petrillo di avviare le denunce per calunnia. Cinque, forse più, non è stato ancora deciso. Nel mirino di Stolfi, potrebbero esserci anche alcuni organi di stampa, per i quali non è mancata una tirata d’orecchie per l’informazione data. Il Partito socialista ribadisce che sulla vicenda dei Lotti di Valdragone si è sempre dimostrato fiducioso nell’operato dei Giudici, ritenendo ingiuriosa la denuncia dei 5 membri della opposizione che, per mera speculazione politica, hanno voluto creare ad arte sconcerto, e insinuare nei cittadini il dubbio che la corruzione sia imperante e il malaffare regni sovrano nella conduzione della vita politica sammarinese.
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