L'aula ha votato la ratifica del decreto 87, con voto palese. Come noto è stato portato a ratifica dopo il ritiro del decreto 79 con una sostanziale modifica, ovvero l'eliminazione dell'articolo 5 che affidava a Banca Centrale la gestione di Fondiss. Ora quell'articolo non c'è piu' e quasi tutta l'attenzione è sulla questione della convertibilità dei crediti di imposta delle banche in titoli di debito pubblico. Nel lungo ma pacato dibattito, preliminare all'esame dell'articolato, si sono confermate senza eccezioni le posizioni della maggioranza, che naturalmente è favorevole, e quelle dell'opposizione, contraria. Il Partito Socialista ha anzi deciso la non partecipazione al voto perchè – ha detto il capogruppo Mancini – mancano elementi importanti per poter valutare. La minoranza, in particolare, ha ribadito l'inopportunità di portare a ratifica un decreto su cui è pendente – così come per il numero 78 e 80 – un ricorso ai Garanti, non c'è inoltre urgenza per la ratifica, a parere delle opposizioni, e in ogni caso mancano i numeri che possano cristallizzare l'entità del credito di imposta che potrà essere convertito. La maggioranza invece sostiene che il percorso intrapreso è a tutela dei risparmiatori, e non dei banchieri, ed è una soluzione che virtualmente potrebbe portare anche vantaggi allo Stato. Sullo sfondo c'è, in ogni caso, l'approvazione del Bilancio di Cassa di Risparmio sul quale impatteranno inevitabilmente gli effetti del decreto 87. Il dibattito sta avvenendo senza la presenza in aula dei nove consiglieri di Democrazia in Movimento, assenti per protesta contro quella che viene considerata una forzatura della maggioranza. Dopo la pausa, il dibattito proseguirà anche in seduta serale.Un evento significativo è stato annunciato in mattinata dal segretario di Stato Zanotti: in autunno a San Marino ci sarà un conferenza di pace sul conflitto israelo-palestinese.
l.s.
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