Il Segretario di Stato al Lavoro, Giammarco Marcucci, incassa gli apprezzamenti di maggioranza e opposizione nel dibattito sullo stato dell’occupazione e le misure da adottare per affrontare la crisi economica. L’impostazione della sua relazione è stata condivisa ampiamente, pur con le dovute precisazioni su un tema che ha consentito di sviscerare argomenti correlati.
Oltre all’impatto della negativa congiuntura internazionale sul tessuto economico di casa, si è discusso di strategie future, della necessità di definire con chiarezza interventi politici capaci di strutturare al meglio il sistema economico sammarinese. Certo la chiusura di aziende preoccupa, l’aumento al ricorso della cassa integrazione pure, ma la flessione occupazionale si combatte con l’avvio di nuove opportunità imprenditoriali e con il rafforzamento di quelle esistenti, ed è questo l’obiettivo da perseguire per mitigare gli effetti sul mondo del lavoro.
“Gli ammortizzatori sociali - ha spiegato Marcucci - sono solo una proposta immediata, ma che deve essere inserita in un progetto globale. Quella che proponiamo – ha aggiunto – è una soluzione che non è assistenzialismo ma occupazione, garantire l’inserimento del lavoratore nel circuito lavorativo con una dignità che gli deve essere assicurata”. Annunciata una lotta decisa all’abusivismo, la creazione di un albo delle aziende interinali, “per evitare - ha detto Marcucci - il rischio di affermazione di un concetto vicino al caporalato”.
Al termine del dibattito le due coalizioni trovano l’intesa su un documento comune, che media le posizioni dei due diversi ordini del giorno e da mandato al Segretario al Lavoro di mettere in atto gli interventi sugli ammortizzatori sociali e impegna il Segretario all’Industria a relazionare entro 60 giorni sulle iniziative da mettere in campo per far fronte alla crisi economica e attirare nuove investimenti. Un testo che ha raccolto il voto unanime dell’assemblea.
Poi la vicenda del Giudice Buriani. E’ un giudizio severo quello del Presidente della Commissione Giustizia, Tito Masi, che ha ripercorsi i termini della questione, ricordato le dimissioni presentate e poi ritirate, espresso valutazioni critiche: “la giustizia – ha detto – non è un autobus da cui si scende e si sale a piacimento. La revoca delle dimissioni - ha aggiunto - non è contemplata nel nostro ordinamento. Ci atterremo - ha concluso - ad ogni decisione del Consiglio Grande e Generale ma crediamo che l’assemblea debba accettare le dimissioni”.
Il Segretario di Stato alla Giustizia, Augusto Casali, ha ricordato come la questione non sia più competenza del Governo e della Commissione Giustizia, ma riguardi il Collegio dei Garanti e il Consiglio Grande e Generale. "La vicenda - ha sottolineato - è delicata e complessa e richiede molta ponderazione".
Casali ha evidenziato l’esistenza di un vuoto legislativo che va colmato.
Sergio Barducci
Oltre all’impatto della negativa congiuntura internazionale sul tessuto economico di casa, si è discusso di strategie future, della necessità di definire con chiarezza interventi politici capaci di strutturare al meglio il sistema economico sammarinese. Certo la chiusura di aziende preoccupa, l’aumento al ricorso della cassa integrazione pure, ma la flessione occupazionale si combatte con l’avvio di nuove opportunità imprenditoriali e con il rafforzamento di quelle esistenti, ed è questo l’obiettivo da perseguire per mitigare gli effetti sul mondo del lavoro.
“Gli ammortizzatori sociali - ha spiegato Marcucci - sono solo una proposta immediata, ma che deve essere inserita in un progetto globale. Quella che proponiamo – ha aggiunto – è una soluzione che non è assistenzialismo ma occupazione, garantire l’inserimento del lavoratore nel circuito lavorativo con una dignità che gli deve essere assicurata”. Annunciata una lotta decisa all’abusivismo, la creazione di un albo delle aziende interinali, “per evitare - ha detto Marcucci - il rischio di affermazione di un concetto vicino al caporalato”.
Al termine del dibattito le due coalizioni trovano l’intesa su un documento comune, che media le posizioni dei due diversi ordini del giorno e da mandato al Segretario al Lavoro di mettere in atto gli interventi sugli ammortizzatori sociali e impegna il Segretario all’Industria a relazionare entro 60 giorni sulle iniziative da mettere in campo per far fronte alla crisi economica e attirare nuove investimenti. Un testo che ha raccolto il voto unanime dell’assemblea.
Poi la vicenda del Giudice Buriani. E’ un giudizio severo quello del Presidente della Commissione Giustizia, Tito Masi, che ha ripercorsi i termini della questione, ricordato le dimissioni presentate e poi ritirate, espresso valutazioni critiche: “la giustizia – ha detto – non è un autobus da cui si scende e si sale a piacimento. La revoca delle dimissioni - ha aggiunto - non è contemplata nel nostro ordinamento. Ci atterremo - ha concluso - ad ogni decisione del Consiglio Grande e Generale ma crediamo che l’assemblea debba accettare le dimissioni”.
Il Segretario di Stato alla Giustizia, Augusto Casali, ha ricordato come la questione non sia più competenza del Governo e della Commissione Giustizia, ma riguardi il Collegio dei Garanti e il Consiglio Grande e Generale. "La vicenda - ha sottolineato - è delicata e complessa e richiede molta ponderazione".
Casali ha evidenziato l’esistenza di un vuoto legislativo che va colmato.
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©