Tema caldo, quello su occupazione e Cig, che evidenzia posizioni opposte su come affrontare l'emergenza. Da una parte l'opposizione, contraria a tagli salariali; dall'altra il Governo, costretto a fare i conti con un bilancio in sofferenza. Si guarda anche alle imprese, con RF e Libera che chiedono di cancellare la penalità del 15% ai datori di lavoro che non ottemperano l'integrazione salariale. Ne sono esentati – nel decreto 67 - coloro che dimostrano di non essere in grado di anticipare la somma, con verifiche su conti correnti aziendali e personali, anche dei soci. “Così – avvertono Andrea Zafferani e Marica Montemaggi - si viola il principio basilare di separazione fra patrimonio personale e societario”. Quell'articolo – ricorda il Segretario Ciavatta – è stato al centro del confronto fra le parti. “Versiamo 9 milioni di euro al mese di contributi. Se viene detto all'azienda che se non paga ci pensa lo Stato, nessuna impresa verserà nulla”. Il Segretario Lonfernini chiede all'Aula di fare prevalere il concetto politico a quello giuridico, ma la DC spinge per una formulazione diversa, non in contrasto con il principio generale del diritto societario. Viene quindi approvato un emendamento, frutto di accordo fra maggioranza ed opposizione, che prevede accertamenti solo per lavoratori autonomi e ditte individuali.
Il dibattito si scalda anche su un principio di cui il segretario al lavoro è convinto sostenitore: la tutela dell'occupazione interna attraverso la sospensione dell'assunzione nominativa di personale non iscritto alle liste di avviamento. Visione illiberale per Nicola Renzi, che difende il diritto a fare impresa. Se non garantiamo una libertà scontata in tutto il mondo – avverte Andrea Zafferani - gli investimenti si ridurranno. Accorata la risposta di Lonfernini: intollerabile – dice – che siano stati assunti in due anni il 70% di frontalieri con stipendi bassissimi, a fronte di un un misero 4% di aliquota. Invita a guardare negli occhi i sammarinesi in mobilità, molti dei quali licenziati. Libera contesta i numeri, Rossano Fabbri parla di ritorno al passato e attacca quella parte di maggioranza silente che si cela dietro al paravento di una politica riformista. Alessandro Bevitori teme ripercussioni nei rapporti con l'Italia ma per Iro Belluzzi “ogni Stato deve preoccuparsi prima dei propri cittadini, come un buon padre di famiglia”. I capigruppo di Rete e Dc Matteo Zeppa e Francesco Mussoni ricordano che non si tratta di un progetto di legge ma di un Decreto valido fino a dicembre. Riguardo, invece, alle trattenute sulle pensioni, per RF si recupera poco e si invia un messaggio negativo alla popolazione. Chiede di abrogarlo mentre Guerrino Zanotti di Libera invita a tenere in considerazione anche la situazione del nucleo familiare. Il Governo ricorda che sono ritenute di solidarietà richieste ad una parte della popolazione non toccata dai provvedimenti e con percentuali talmente basse – dice Roberto Ciavatta - da portare un introito per lo Stato di poco superiore al milione e 200.000 euro.
L'attenzione si sposta quindi sul decreto 68, quello sul graduale allentamento delle misure restrittive. Ci si scontra su ripartenza e strategie di rilancio, soprattutto in ambito turistico. Un decreto della maggioranza chiede la riapertura, dal 31 maggio, anche delle scuole di ballo.