Riprende oggi il dibattito in Consiglio sul negoziato per l'accordo di
associazione con l'Unione europea. Sono 41 gli iscritti. Per il segretario di Stato Valentini, attraverso il negoziato sarà “indispensabile esplorare le soluzioni per identificare un quadro istituzionale che, da un lato, garantisca l'efficiente estensione del diritto del mercato interno alle parti dell'Accordo, l'applicazione omogenea dell'acquis”, ma d'altra parte, non dovranno mancare “clausole di adeguamento, di sviluppo e di evoluzione dell'accordo tenuto conto delle caratteristiche dello Stato sammarinese”. Antonella Mularoni,segretario di Stato per il Territorio, sottolinea l'importanza di affrontare “una fase storica” attraverso “un lavoro collegiale che coinvolga una politica unita”. Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura mette in guardia dal “prendere sotto gamba” il negoziato: “Se siamo bravi diventa per noi un vantaggio- avvisa- diversamente può rappresentare una penalizzazione, quindi dobbiamo attrezzarci”.Simone Celli, Ps, suggerisce di investire su risorse umane “di qualità” nella composizione del gruppo negoziatore, che oltre a competenze tecniche, “dovrebbe essere dotato della necessaria visione politica”. Per Gerardo Giovagnoli, Psd, San Marino può avere “un ruolo politico importante in Europa come portatori di pace e democrazia”. Quindi Alessandro Cardelli, Pdcs, sottolinea le opportunità economiche del percorso di maggior integrazione. Per Marco Podeschi, Upr, al tavolo di trattativa dovrebbero essere portati anche “argomenti in cui il rapporto bilaterale con l'Italia risulta datato”, per esempio il prezzo dei carburanti. Ivan Foschi, Su, si rammarica per il ritardo: “Saremo potuti entrare in Ue dalla porta principale- lamenta- ma ci troviamo qui in condizioni ben diverse da come potevamo esserlo solo dieci anni fa”. Invita “all'ampia condivisione” Francesco Morganti, Psd: “Quello che ci accingiamo a decidere non può e non deve riguardare solo la maggioranza. Si deve andare a Bruxelles come Paese”. Per Fabio Berardi, Pdcs, “la decisione finale sarà in capo a tutti i sammarinesi in base al lavoro preparatorio che verrà fatto”. Toni Margiotta, Su invita a tutelare il Paese sulle 4 libertà su cui comunque “credo che si debba adeguarsi” anche se “non possiamo - osserva- fare un copia incolla con Paesi più grandi di noi”.Torna sulle qualifiche del gruppo che affronterà il negoziato Luca Santolini, C10: “Deve avere una visone tecnica ma anche politica” e soprattutto “non deve avere una impostazione italocentrica”. Per Manuel Ciavatta, Pdcs, l'accordo di associazione è “un’opportunità nuova per il nostro Paese”, diverso dall'adesione. “Avremo opportunità legate alle nostre peculiarità- spiega- che ci dovremo giocare al meglio”. Elena Tonnini, Rete, mette in guardia sugli “effetti benefici che non sarebbero per San Marino, ma per gli altri Stati”, rispetto alla libera circolazione dei lavoratori. Ultimo intervento della giornata è quello di Maria Luisa Berti, Ns, che sottolinea come il Titano abbia una duplice necessità: “Intravedere un'opportunità ma anche tutelare le peculiarità e la sovranità di un piccolo Stato”.
associazione con l'Unione europea. Sono 41 gli iscritti. Per il segretario di Stato Valentini, attraverso il negoziato sarà “indispensabile esplorare le soluzioni per identificare un quadro istituzionale che, da un lato, garantisca l'efficiente estensione del diritto del mercato interno alle parti dell'Accordo, l'applicazione omogenea dell'acquis”, ma d'altra parte, non dovranno mancare “clausole di adeguamento, di sviluppo e di evoluzione dell'accordo tenuto conto delle caratteristiche dello Stato sammarinese”. Antonella Mularoni,segretario di Stato per il Territorio, sottolinea l'importanza di affrontare “una fase storica” attraverso “un lavoro collegiale che coinvolga una politica unita”. Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura mette in guardia dal “prendere sotto gamba” il negoziato: “Se siamo bravi diventa per noi un vantaggio- avvisa- diversamente può rappresentare una penalizzazione, quindi dobbiamo attrezzarci”.Simone Celli, Ps, suggerisce di investire su risorse umane “di qualità” nella composizione del gruppo negoziatore, che oltre a competenze tecniche, “dovrebbe essere dotato della necessaria visione politica”. Per Gerardo Giovagnoli, Psd, San Marino può avere “un ruolo politico importante in Europa come portatori di pace e democrazia”. Quindi Alessandro Cardelli, Pdcs, sottolinea le opportunità economiche del percorso di maggior integrazione. Per Marco Podeschi, Upr, al tavolo di trattativa dovrebbero essere portati anche “argomenti in cui il rapporto bilaterale con l'Italia risulta datato”, per esempio il prezzo dei carburanti. Ivan Foschi, Su, si rammarica per il ritardo: “Saremo potuti entrare in Ue dalla porta principale- lamenta- ma ci troviamo qui in condizioni ben diverse da come potevamo esserlo solo dieci anni fa”. Invita “all'ampia condivisione” Francesco Morganti, Psd: “Quello che ci accingiamo a decidere non può e non deve riguardare solo la maggioranza. Si deve andare a Bruxelles come Paese”. Per Fabio Berardi, Pdcs, “la decisione finale sarà in capo a tutti i sammarinesi in base al lavoro preparatorio che verrà fatto”. Toni Margiotta, Su invita a tutelare il Paese sulle 4 libertà su cui comunque “credo che si debba adeguarsi” anche se “non possiamo - osserva- fare un copia incolla con Paesi più grandi di noi”.Torna sulle qualifiche del gruppo che affronterà il negoziato Luca Santolini, C10: “Deve avere una visone tecnica ma anche politica” e soprattutto “non deve avere una impostazione italocentrica”. Per Manuel Ciavatta, Pdcs, l'accordo di associazione è “un’opportunità nuova per il nostro Paese”, diverso dall'adesione. “Avremo opportunità legate alle nostre peculiarità- spiega- che ci dovremo giocare al meglio”. Elena Tonnini, Rete, mette in guardia sugli “effetti benefici che non sarebbero per San Marino, ma per gli altri Stati”, rispetto alla libera circolazione dei lavoratori. Ultimo intervento della giornata è quello di Maria Luisa Berti, Ns, che sottolinea come il Titano abbia una duplice necessità: “Intravedere un'opportunità ma anche tutelare le peculiarità e la sovranità di un piccolo Stato”.
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