“Servono subito segnali di ripresa. Il futuro va disegnato attraverso un cambiamento responsabile. E i contenuti della relazione prodotta dal tavolo di sviluppo sono il terreno di questo pensiero”. Così il Segretario alle Finanze, Claudio Felici, che sottolinea: “se dovessi riscrivere un elemento di sintesi a questa relazione potrebbe essere il lavoro”. “Non si crea per decreto, bisogna attirare nuovi elementi economici nel territorio. Il nostro non è sistema allenato a confrontarsi con situazioni di crisi. Oggi, ricorda Felici, stanno cambiando i pilastri con cui fondare la nostra realtà economica. Bisogna lavorare per un cambiamento responsabile, ed è questo lo sforzo che il tavolo ha voluto produrre”. Felici invita a non legare l’economia ai voleri e agli umori della politica. Già convocato per mercoledì prossimo il tavolo tecnico che, alla luce del dibattito parlamentare, definirà i primi provvedimenti da portare entro il 30 maggio all’esame dell’Aula. Tutti, maggioranza e opposizioni, ricordano che la relazione non presenta elementi di grande novità perché tutti sanno cosa bisogna fare per lo sviluppo. “Ma la politica non ha perso tempo”, commenta il segretario della Dc. “Questo documento, sottolinea Marco Gatti, è un punto di partenza che richiama tutti alla responsabilità. Il punto di forza, afferma, è nella condivisione registrata tra politica, forze economiche e sociali”. “L’importante, aggiunge la capogruppo del Psd, è che le scelte siano esplicite e chiare. In questo modo porteremo nel nostro Paese investitori seri e, aggiunge Denise Bronzetti, le scelte che si andranno a fare porteranno ad operare in un ritrovato clima di legalità”. Anche Simone Celli chiede una piattaforma comune che vada aldilà dei singoli Governi e crei le regole comuni per lo sviluppo del Paese. La relazione del segretario di Stato per le Finanze rappresenta uno sforzo accettabile, dice il segretario del Ps, ma occorre un salto di qualità netto in termini di concretezza perché questo documento assomiglia all’ennesimo programma elettorale. La crescita va riattivata con politiche aggressive in grado di attirare nuovi investimenti: di solo rigore si muore. Diversa l’analisi di Alessandro Rossi che definisce debole il contenuto della relazione. C’è una difficoltà importante nel produrre gli elementi in grado di dirci come realizzare i punti presenti nel documento, afferma il consigliere di Sinistra Unita. Da 20 anni diciamo le stesse cose ma non siamo riusciti a farle perché la politica ha perso il suo ruolo di rappresentanza. Si appella all’unità del Paese il Segretario alla Sanità, altrimenti - dice Mussoni - non è possibile affrontare questa fase. E si impegna in una sorta di contratto con la cittadinanza. Ci deve essere sviluppo, ma anche una sana spending review così come bisogna recuperare equità tra pubblico e privato. Invita ad avere il coraggio di pensare a un modello di sviluppo originale, puntualizza Marco Podeschi dell’Upr, e non a interventi che hanno il solo scopo di fare cassa subito, come l'imposta straordinaria sugli immobili. Inviti alla concretezza arrivano anche dal coordinatore di Alleanza Popolare. Spesso, ricorda Nicola Renzi, ci si trova davanti al gioco perverso di modificare le priorità. Così non si capisce mai da cosa bisogna partire e si ragiona ogni volta su un tema diverso. Bisogna introdurre una concezione sussidiaria del rapporto tra Stato e società, rimarca il Segretario agli Esteri che invita a prendere sul serio l’appello di Rossi. La nostra indipendenza economica, sottolinea Pasquale Valentini, è una impresa tra le più difficili da costruire. Chi dice ai sammarinesi che invece è un gioco da ragazzi, racconta delle bugie. Per Rete il problema di fondo resta quello della credibilità. Il cambiamento, dice Elena Tonnini, non può arrivare se cammina sulle gambe di chi garantisce ancora il vecchio sistema. Per Andrea Zafferani di Civico 10 manca il passaggio più importante, quello che avrebbe fatto la differenza, la concretizzazione degli interventi più importanti. Qui sono indeterminate le tempistiche e manca ogni indicazione sui finanziamenti. Siamo consapevoli che il tavolo di sviluppo da solo non basta, conferma il Segretario all’Industria Marco Arzilli. “Vorrei confrontarmi, afferma, su quello che si sta facendo e si farà. Il processo alle intenzioni non serve a nulla”.
Sonia Tura
Sonia Tura
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