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Consiglio, forze politiche divise sulla legge di Bilancio 2011

24 nov 2010
Consiglio, forze politiche divise sulla legge di Bilancio 2011
Consiglio, forze politiche divise sulla legge di Bilancio 2011
Il segretario alle Finanze chiede di mettere al bando le strumentalizzazioni politiche su una legge di bilancio già bollata da opposizione e sindacati come una manovra da lacrime e sangue che pesa esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati. Un invito destinato a cadere nel vuoto, date le prime reazioni della minoranza. “Il pacchetto di provvedimenti - dice Valentini - non tocca welfare e stato sociale e sposa la strada dei provvedimenti straordinari di recupero del gettito fiscale, invece di intaccare investimenti e servizi essenziali. Un provvedimento di tipo tecnico - spiega - che si fonda sull'esigenza di contenere la spesa pubblica, rafforzare il gettito tributario e fornire strumenti in grado di accompagnare il sistema economico lungo un percorso di ripresa”. Proprio il gettito tributario è la spina dolente, con il calo di oltre 190 milioni di euro negli ultimi due anni. Per cui, per contenere il deficit in circa 39 milioni di euro, si è puntato decisamente a una riduzione della spesa pubblica. “Quella per il personale - prosegue Valentini - è diminuita di circa il 2%, in tutto 119 milioni di euro, e le altre economie interne alla PA, turn over, sostituzioni, tagli alle indennità, potrebbero portare all'apertura con il nuovo anno di un confronto con i sindacati per la stabilizzazione di alcune fasce di precariato”. In calo anche i trasferimenti verso gli enti pubblici, 152 milioni totali contro i 171 del previsionale 2010. Le entrate tributarie si attestano invece a oltre 490 milioni di euro, in aumento rispetto all'assestato 2010 grazie agli interventi su imposte dirette e indirette. Sono l'imposta complementare del 3% sui servizi, che dovrebbe fare incassare 15 milioni di euro, l'addizionale all'Igr compresa tra il 5% e il 15% che prelude alla riforma tributaria da completare entro 6 mesi, l'imposta fino al 5% sulle pensioni superiori ai 2.500 euro e la tassazione straordinaria dei beni di lusso. “Siamo di fronte a un attacco complessivo al mondo del lavoro”, accusa Vanessa Muratori di Sinistra Unita. Non si toccano i potenti, ci sono solo tagli e tasse per i lavoratori. Il governo è ostaggio di quella parte del settore bancario che non vuole la trasparenza e mette in campo interventi da presa in giro, come la riduzione dei gettoni dei consiglieri, o depotenziati, come la tassa sui beni di lusso. “Non è nel nostro interesse strumentalizzare”. “Tra l'altro alcune proposte lo fanno da sole”, replica a Valentini il capogruppo del Psd Claudio Felici, stigmatizzando il grave silenzio sul contesto politico, chiedendo le stime di rafforzamento del gettito articolo per articolo e ribadendo che non c’è una riga sul futuro del Paese, “anche perché - puntualizza - sono rinviate infatti a data da destinarsi la riforma tributaria e quella del catasto”. Molto critico anche il capogruppo del Psrs Paolo Crescentini, che ironicamente si chiede perché non sia stato fatto un decreto delegato in cui il Congresso di Stato gestisce a piacimento della legge di bilancio. “La previsione di deficit – aggiunge – è ottimistica, mentre un intervento come l'imposta complementare sui servizi rischia di distruggere le aziende”. E Pasquale Valentini, polemizza Marino Riccardi del Psd, verrà ricordato come il “segretario delle tasse”. Un giudizio severo arriva da Pier Marino Menicucci degli Eps. “Presenteremo molti emendamenti”, anticipa. Ma è proprio la struttura del bilancio ad essere contestata. “Un deficit di questo livello - dice - è una bomba che potrebbe scoppiare in qualsiasi momento. E’ stolto - sottolinea - non affrontare il problema con il concorso di tutte le forze politiche. la finanziaria va affrontata con realismo”. E la strada è quella dei condoni. “L’aumento delle tasse - conclude - difficilmente permette di tornare indietro e pesa sulle fasce più deboli”.

Sonia Tura

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