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Consiglio GeG: le riflessioni sul voto

19 gen 2008
Consiglio GeG: le riflessioni sul voto
Nella maggioranza ci si interroga sulle ragioni di quello che viene letto come un evidente segnale politico, fra le forze di opposizione sembra prevalere la prudenza con l’invito ad una riflessione approfondita. Dove risiedano i franchi tiratori è ancora un mistero. Il PSD non accetta il teorema che siano tutti in casa propria, certo malumori si erano già manifestati e qualche voto contrario se lo aspettavano, ma i conti non tornano e qualcuno dei cosiddetti “ribelli” assicura però di aver dato l’appoggio a quell’ordine del giorno.
Il clima però non vuole essere quello della caccia alle streghe, la tendenza è quella della comprensione, della ricerca di spiegazioni. Il tema in discussione era di quelli di fondamentale importanza per il Paese e pur non uscendone battuto il Governo ha mostrato il fianco.
“Così non si può andare avanti – afferma Mario Venturini, coordinatore di Alleanza Popolare – in questo modo la maggioranza non ha futuro. Questo non significa che si debba gettare la spugna o non si debbano ricercare le soluzioni più opportune per superare gli eventi. Le quattro forze della coalizione devono ragionare assieme. L’ipotesi di una coalizione diversa da quella attuale significherebbe la vittoria di quei poteri forti che non vogliono questa coalizione e questo governo. Per noi la soluzione è quella di tornare alle urne, ne discuteremo nei nostri organismi e valuteremo le proposte insieme ai nostri alleati”.
Giovanni Lonfernini, Segretario dei DdC, invita i franchi tiratori a mostrarsi e a dichiarare le reali intenzioni “Troppo facile – afferma - nascondersi dietro il voto segreto nel tentativo di logorare il Governo. Siano coerenti ed escano allo scoperto, per farci capire quali sono i punti di disagio e se dietro questo atteggiamento si nasconda la volontà di cambiare scenario politico. E’ doveroso e responsabile fare chiarezza. Noi faremo il possibile e non escludiamo l’eventualità che si possa percorrere anche la strada maestra delle elezioni anticipate”. Lonfernini si chiede però come mai le opposizioni, che fino a ieri chiedevano a gran voce il ricorso alle urne, oggi non lo facciano più. “Questo cambiamento repentino di posizione – si chiede maliziosamente – non sarà da collegare a quanto avvenuto in Consiglio?
Gli risponde indirettamente il Segretario democristiano Pasquale Valentini, che ritiene necessario prestare la massima attenzione al dato politico che emerge “Il problema – spiega – non è dare la caccia al traditore, ma riflettere su quanto accaduto. E’ il segno di un malessere che attraversa la maggioranza. Evidentemente la strada che si è voluto intraprendere forzando la nascita e il perpetrasi di una nuova maggioranza, non corrisponde al raggiungimento di una necessaria stabilità. Noi non abbiamo forzato la mano, non abbiamo chiesto le dimissioni del governo o il ricorso alle urne perché lo riteniamo prematuro. Aspettiamo di vedere nei prossimi giorni che lettura sapranno dare dell’accaduto le forze di maggioranza”.
Paride Andreoli, Segretario del PSD, si dice consapevole della resistenza incontrata dal progetto di cambiamento, che sta creando – dichiara – anche spinte trasversali, e questo – aggiunge – incide anche sui comportamenti dei singoli consiglieri. Ma noi conosciamo il nostro ruolo, come partito, e le nostre responsabilità. Sappiamo bene che ulteriori incidenti provocherebbero una nuova destabilizzazione del quadro politico e prenderemo in considerazione tutte le possibili soluzioni, senza scartare, a priori, nessuna ipotesi. Con senso di responsabilità nei confronti del Paese dobbiamo prendere la decisione più adeguata per dare continuità all’impegno programmatico, assicurare governabilità e tranquillità. E questo verrà affrontato a breve negli organismi interni”. Già convocata per lunedì pomeriggio, la segreteria politica del PSD.

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