Una veloce riunione per il consiglio giudiziario plenario, per decidere di non confermare l'incarico al commissario Marsili. Non era mai successo prima. La riunione si è svolta a parte chiuse, presieduta dai Capitani Reggenti, per ascoltare la relazione del magistrato dirigente, Valeria Pierfelici, e approvare all'unanimità il documento. Decidendo così di non confermare Manlio Marsili dopo il periodo di prova. Ora i Capi di Stato porteranno in Consiglio grande e generale la deliberazione dell'organismo per la relativa presa d' atto. E' stata una relazione critica sull'operato del commissario della legge, nei suoi tre anni di lavoro a Palazzo di Giustizia. Il Magistrato dirigente ha presentato un resoconto dettagliato e ben articolato di cui hanno preso atto sia la componente politica che i membri togati dell'organismo di giustizia tanto da essere approvato all'unanimità. Il Collegio Garanti aveva rigettato l'azione di sindacato, con la motivazione che l'accusa in sé non era considerata sufficiente. Marsili aveva subito il procedimento disciplinare, avviato dalla Commissione Giustizia in seguito al ricorso presentato dall'imprenditore Claudio Vitalucci -riguarda l’inchiesta Criminal Minds - per aver archiviato la sua denuncia. La responsabile del tribunale ha presentato le sentenze di giudici di grado superiore e poco teneri nei confronti delle inadempienze del commissario della legge. Ora, il contratto di Marsili andrà a decadenza naturale dopodichè, con tutta probabilità, il Magistrato dirigente riassegnerà i suoi fascicoli agli altri commissari della legge. Dal nuovo ordinamento, è la prima volta che un giudice non viene confermato. Nel recente passato analoga azione di sindacato venne portata avanti per il commissario Ceccarini che preferì dimettersi prima di arrivare all'epilogo. Poco prima di entrare nella sala del Consiglio, si era riunita la commissione consiliare affari di giustizia per decidere una posizione comune da tenere poi in aula.
Marsili: "giustizia ipocrita, non degna di uno stato che si proclama libero"
Dura replica del commissario Marsili, che parla di Giustizia ipocrita, non degna di uno stato che si proclama libero. "Dopo una indegna azione di sindacato - scrive Manlio Marsili - deliberata a mio danno più di un anno fa dalla Commissione Giustizia sulla base di una relazione del magistrato dirigente signora Pierfelici, il Collegio Garante, massimo organo di giustizia sammarinese ha riconosciuto la piena legittimità del mio operato, restituendomi la dignità professionale che mi appartiene. Oggi, senza alcun interesse per la verità, con un accanimento senza precedenti e soprattutto senza alcuna possibilità di contraddittorio, negando così un principio cardine di ogni istituzione veramente democratica, il Consiglio Giudiziario ha perpetrato il danno che il Collegio Garante aveva precedentemente scongiurato". Il magistrato definisce normalizzatrice, la volontà manifestata in questo atto, frutto di una discutibile gestione della giustizia sammarinese, permessa dall'ignavia della classe politica locale. Farà di tutto perché la verità venga riconosciuta e annuncia azioni legali per coloro che dovessero infangare il suo buon nome.
Marsili: "giustizia ipocrita, non degna di uno stato che si proclama libero"
Dura replica del commissario Marsili, che parla di Giustizia ipocrita, non degna di uno stato che si proclama libero. "Dopo una indegna azione di sindacato - scrive Manlio Marsili - deliberata a mio danno più di un anno fa dalla Commissione Giustizia sulla base di una relazione del magistrato dirigente signora Pierfelici, il Collegio Garante, massimo organo di giustizia sammarinese ha riconosciuto la piena legittimità del mio operato, restituendomi la dignità professionale che mi appartiene. Oggi, senza alcun interesse per la verità, con un accanimento senza precedenti e soprattutto senza alcuna possibilità di contraddittorio, negando così un principio cardine di ogni istituzione veramente democratica, il Consiglio Giudiziario ha perpetrato il danno che il Collegio Garante aveva precedentemente scongiurato". Il magistrato definisce normalizzatrice, la volontà manifestata in questo atto, frutto di una discutibile gestione della giustizia sammarinese, permessa dall'ignavia della classe politica locale. Farà di tutto perché la verità venga riconosciuta e annuncia azioni legali per coloro che dovessero infangare il suo buon nome.
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